Che le forme tumorali e cancerogene siano da tempo considerate le malattie del secolo non è una novità. Quando però specifiche forme di tumore si incrementano al punto tale da diventare tra le principali cause di decesso, occorre interrogarsi sulle motivazioni che stanno alla base. È il caso del cancro al colon, attualmente la seconda causa di morte negli Usa soprattutto tra gli under 50 come riporta il Wral News. E il dato, già di per sé preoccupante, è destinato a crescere ulteriormente entro il 2030, al punto da essere destinata a diventare la causa numero uno di morte tra i giovani.
Il tasso di mortalità è aumentato del 90% negli ultimi due decenni e gli esperti stanno cercando di capirne le motivazioni, di cui al momento conoscono ancora molto poco. Sembra essere certa una correlazione tra alimentazione e cancro al colon-retto, ma non è la sola ipotesi oggetto di studio. Se verranno individuate tutte le precise cause sarà anche più facile proteggere le generazioni future e prevenire l’incremento di questa malattia.
Cancro al colon dovuto non solo all’alimentazione
“Le cose che sappiamo che dovremmo fare sono aumentare le verdure a foglia verde, limitare lo zucchero, limitare gli alimenti trasformati, limitare la carne rossa e ottenere più proteine da carni magre o pollame o fagioli, lenticchie”. Questo è quanto ha affermato il dottor Suneel Kamath, oncologo gastrointestinale della Cleveland Clinic e autore senior di un nuovo studio volto a scoprire perché vengono diagnosticati casi di cancro al colon nei più giovani.
Se sull’alimentazione può dirsi di avere un punto fermo, su altri aspetti si possono solo fare ipotesi ad oggi. Stile di vita sedentario, ad esempio, uso eccessivo di antibiotici e infezioni fungine all’intestino sarebbero da annoverare tra i principali fattori di rischio come apprendiamo dal Messaggero, su cui però devono ancora essere effettuati studi più precisi. I ricercatori sperano che l’ultimo studio ancora in corso apra la strada alla ricerca futura per comprendere ulteriormente le cause di questa malattia e, si spera, essere in grado di creare terapie migliori per quei giovani adulti a cui viene diagnosticata.