Il mondo della medicina è pronto a rivoluzionare completamente la lotta contro il cancro al polmone grazie al primo vaccino – sviluppato dall’azienda tedesca BioNTech – che promette di debellare completamente le cellule tumorali, senza intaccare in alcun modo quelle sane che le circondano: un progetto (e un’ambizione) decisamente importante e che dopo mesi e mesi di sviluppo è riuscito finalmente ad arrivare alla Fase 1 della sperimentazione clinica sugli esseri umani.
A dare la notizia è il quotidiano britannico Guardian che racconta la storia di Janusz Racz, un informatico 67enne britannico che per primo in tutto il mondo ha ricevuto la somministrazione del composto contro il cancro al polmone; mentre assieme a lui la prima fase dei test umani includerà anche altri circa 130 pazienti distribuiti tra il Regno Unito, gli States, la Germania, la Spagna e anche la Turchia e la Polonia, con l’Italia che (purtroppo) non figura nell’elenco ma potrà – tra qualche anno – beneficiare a pieno del farmaco rivoluzionario.
Per ora – almeno dal punto di vista di noi ‘comuni mortali’ – non ci sono ancora reali dati sull’efficacia vaccino contro il cancro polmonare, ma sappiamo per certo che tra qualche mese (la somministrazione dura in totale 58 settimane, ma ci arriveremo a breve) avremo qualcosa di concreto su cui parlare; ma nel frattempo è già certo che le attese sono altissime perché si potrebbe trattare di un passo avanti importante quasi quanto – se non addirittura di più – l’avvento della chemioterapia.
Come funziona il vaccino contro il cancro al polmone sviluppato da BioNTech
Riallacciandoci proprio all’immunoterapia a cui vengono sottoposti i pazienti che si trovano alle prese con un cancro al polmone, il rivoluzionario composto di BioNTech promette proprio di fornire una risposta più sicura ed efficace ai pesantissimi e dannosi farmaci chemioterapici: oggi – infatti – grazie a queste terapie la mortalità si è ridotta (nella fase 4 del tumore) di circa il 20%; ma nel frattempo sono migliaia i pazienti che a distanza di pochi anni sviluppano metastasi o nuove masse tumorali nel polmoni.
Il vaccino di BioNTech – invece – sfrutta l’ormai nota (e qualcuno direbbe anche criticata) tecnologia ad mRna salita agli albori della cronaca a causa del Covid e grazie ad una serie di filamenti di acido nucleico ingegnerizzati riesce ad attaccare e distruggere le cellule tumorali: l’effetto è doppio perché – secondo gli studi in vitro e su modelli animali – da un lato si riesce ad evitare la recidive; mentre dall’altro lato si evita di danneggiare tessuti e cellule sane.
In altre parole, l’obiettivo della multinazionale tedesca è quello di ‘insegnare’ al sistema immunitario a rispondere alle cellule che causano il cancro al polmone e – non a caso – questa fase di test si sta concentrando su una larga fetta di persone che non si sono ancora sottoposte a cicli chemioterapici: l’inoculazione del vaccino inizia con 6 fiale somministrate a distanza di pochi minuti, mentre per le successive sei settimane si procede ad una sola iniezione ogni sette giorni e per le ultime 54 ogni 21.