Il celebre cantante Pino D’Angiò si racconta a Serena Bortone a Oggi è un altro giorno. Si parte parlando proprio dalla malattia che ha subito e vissuto in questi anni, il cancro alla gola. La conduttrice gli chiede quale sia stato il suo dolore più grande in merito alla malattia, lui però racconta: “Non ho avuto dolore. Ho sempre vissuto questa cosa pensando ‘Vediamo come va a finire’. Anche perché, del resto, cosa vuoi fare? Si dice sempre ‘Lui sta combattendo contro il cancro’ ma è una bugia pazzesca! Tu non stai combattendo proprio niente, tu stai zitto e aspetti e speri.” Il cantante racconta l’attesa, le domande classiche che ci si pongono di fronte ad una scoperta del genere e la forza di andare avanti sempre e comunque. (Aggiornamento di Anna Montesano)
Pino D’Angiò: operato sei volte per il cancro alla gola
Pino D’Angiò, cantautore noto per la canzone “Ma quale idea”, ha lottato a lungo contro la malattia. Nel 2005 gli è stato diagnosticato un sarcoma: “Mi avevano dato sei mesi di vita. Sarcoma. Sa che ho fatto? Mi sono organizzato la morte a tavolino, decidendo cosa comprare e vendere. Dopo tre mesi mi hanno fatto una Tac, guarito. I medici sembravano delusi, mi guardavano come per dire: Come ti permetti di uscire da una statistica?”, ha raccontato a Libero Quotidiano. Poi nel 2009 il cancro alla gola: “Sono stato operato quattro volte. Non potevo più cantare… Per i medici ero spacciato, ma gli ho rovinato la statistica”, ha confessato ad Avvenire. Successivamente è stato operato altre due volte. Nel 2020 è uscito il suo album del ritorno, “Jazz donne fragole & ombrelli”, intonato con una sola corda vocale.
Pino D’Angiò non ha mai smesso di fumare
Nonostante sei operazioni di cancro alla gola, un tumore polmonare, un sarcoma, un infarto e un arresto cardiaco, Pino D’Angiò non ha mai smesso di fumare: “So che dovrei smettere di fumare, ma la paura di ammalarmi di nuovo è meno potente del bisogno di nicotina”, ha raccontato anni fa a Libero Quotidiano. L’uscita del suo ultimo album realizzato con una “nuova” voce più roca è in fondo un modo per dire che non si è ancora arresto alla malattia: “Per adesso stiamo sette a zero per me, ma prima o poi vincerà lei. Non so come sono sopravvissuto, per fortuna: non lo dico per me, ma per mio figlio, non me lo meritavo e me lo godo finché sarà possibile”, ha raccontato al Mattino. Nonostante le molte prove, D’Angiò ha capito “che i momenti peggiori non sono quelli in cui sei prigioniero su un letto d’ospedale, ma quando sei confuso, arrabbiato con il mondo e hai perso la gioia e la speranza nel futuro. Allora devi metterti a pregare”, ha confessato ad Avvenire.