Il cancro al collo dell’utero rappresenta uno dei pericoli maggiori per la salute femminile. Come ricordato da Oms Europa, nel Vecchio Continente a più di 66mila donne viene diagnosticato un cancro del collo dell’utero e più di 30mila ne muoiono ogni anno. Tuttavia, uno strumento per difendersi esiste e si chiama vaccino contro il papilloma virus umano (HPV), ormai in uso da tre lustri. Come spiega la sezione europea dell’Organizzazione mondiale della Sanità, gli studi clinici hanno dimostrato sin da subito la sicurezza e l’efficacia di questi vaccini e si sono osservate riduzioni significative delle infezioni da HPV, delle lesioni cervicali precancerose (CIN) e delle verruche genitali.



Come si legge su “Quotidiano Sanità”, in Inghilterra i ricercatori hanno scoperto che “il programma di immunizzazione HPV ha quasi eliminato il cancro cervicale nelle donne nate dal 1° settembre 1995 (vaccinate all’età di 12-13 anni) e che anche l’incidenza tra queste donne di CIN in fase avanzata (grado 3) che potrebbe successivamente trasformarsi in cancro è stata significativamente ridotta”. Risultati che ribadiscono che il cancro al collo dell’utero è prevenibile e Oms Europa sta elaborando la “road map per accelerare l’eliminazione del cancro cervicale come problema di salute pubblica nella regione europea dell’OMS 2022-2030”.



CANCRO AL COLLO DELL’UTERO: COPERTURE VACCINALI IN CALO IN ITALIA

Se il cancro al collo dell’utero incarna un serio rischio per le donne, c’è da dire che i dati delle coperture vaccinali HPV riferiti al 2020 in Italia, tanto per le femmine che per i maschi, mostrano una sensibile diminuzione rispetto a quelli risalenti al 2019. Colpa delle difficoltà dettate dalla pandemia di Covid-19? Chissà. Intanto, il trend campeggia nell’aggiornamento di ottobre del Ministero della Salute.

“Quotidiano Sanità” ha riportato le statistiche dettagliate: la copertura vaccinale media per HPV nelle ragazze è al di sotto della soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95% nel dodicesimo anno di vita). In particolare, “le coperture relative al 2020 per il ciclo completo per le ragazze raggiungono un valore massimo dell’81,89% per la coorte 2004 (regione Umbria), dell’82,69% per la coorte 2005 (Regione Umbria), dell’81,03% per la coorte 2006 (Regione Emilia-Romagna), del 76,62% per la coorte 2007 (Regione Emilia-Romagna) e del 61,71% per la coorte 2008 (Provincia Autonoma di Trento)”.