Un ricercatore siciliano ha condotto uno studio sul cancro del colon retto, contribuendo a individuare una strategia terapeutica tramite l’uso dell’immunoterapia. La svolta, come spiegato da Giovanni Germano, sta nel riuscire a trasformare un tumore da refrattario a responsivo al sistema immunitario. Questa è la grande sfida nell’ambito di questa ricerca condotta dall’Istituto fondazione di oncologia molecolare (Ifom) di Milano in sinergia con l’Università di Torino, e che apre nuovi scenari terapeutici a beneficio dei pazienti oncologici affetti appunto da cancro del colon retto, che rappresenta la seconda causa di morte per motivi oncologici a livello mondiale.
Il ricercatore, che ha lavorato al fianco del professor Alberto Bardelli, tra i massimi esperti nello studio del cancro del colon retto, parte nella sua spiegazione da un presupposto: “Il cancro ha un grande nemico che è il sistema immunitario ed il cancro ha imparato a conoscerlo ed evitarlo“. Dunque, la sua ricerca condotta in questi ultimi anni “si è basata sullo studio di come aiutare il sistema immunitario a riconoscere il cancro, scovarlo ed attaccarlo“.
NUOVA STRATEGIA CONTRO IL CANCRO DEL COLON RETTO
Le cellule tumorali per progredire devono crescere più delle altre, ma per far ciò devono cambiare, modificarsi e rendersi diverse. “La diversità non è buona cosa per il sistema immunitario, perché anche un patogeno è novità per il nostro organismo e merita di essere attaccato dai nostri ‘poliziotti’ che tutelano la nostra salute“, ha spiegato Giovanni Germano, come riportato dall’Ansa. Questo il motivo per il quale “ognuno di noi ha nel corso della propria vita sviluppato dei piccoli tumori che il sistema immunitario è riuscito ad eradicare“. Ma ci sono tumori che, invece, “riescono a superare il controllo del sistema immunitario attraverso vari meccanismi come ad esempio, non presentando le proprie generalità ai nostri ‘poliziotti’, confondendosi tra la folla assieme alle cellule sane“. Pertanto, creano un ambiente che impedisce ai cosiddetti ‘poliziotti’ di entrare, “addormentando le cellule di controllo per poter crescere indisturbati“.
I ricercatori sono andati poi oltre, interrogandosi sui farmaci antitumorali o elementi presenti in natura, come la vitamina C, per capire se potessero selezionare tumori diversi o potenziare l’azione del sistema immunitario. Infatti, i meccanismi che riparano il Dna quando ci sono dei cambiamenti o degli errori sono importanti perché il cancro non si sviluppi. I ricercatori sono, quindi, andati nella direzione opposta: “Abbiamo rotto il meccanismo di riparo per far fare al cancro molti più errori perché questi avrebbero creato ancora più novità per il sistema immunitario“. I risultati di questo studio (pubblicati sulla rivista Cancer Discovery) pongono le basi per sfruttare proprio l’eterogeneità tumorale per incrementare la frazione di pazienti affetti da cancro del colon retto che possono potenzialmente beneficiare dell’immunoterapia. Giovanni Germano però avverte: “Seppur incoraggianti, i risultati ottenuti sono stati generati in animali di laboratorio. Al momento, stiamo verificando se possano essere trasferiti a breve in clinica“.