La diagnosi precoce di cancro e l’analisi preventiva del rischio di sviluppo è una tre le sfide che maggiormente stanno impegnando la comunità scientifica internazionale. Negli anni si sono moltiplicate le società di ricerca che ricevono fondi di finanziamento per sviluppare un nuovo sistema di test genetici, che si basa su un’analisi veloce del sangue e del DNA, per valutare il livello di rischio di cancro individuale. Il programma di screening sperimentale negli Stati Uniti ha già dato discreti risultati di successo, tuttavia l’approvazione di questo tipo di test continua ad essere bocciata dalla Food and Drugs Administration, perchè ci sarebbero troppi risultati non esatti, la percentuale dei falsi positivi infatti è ancora troppo alta, così come quella dei falsi negativi.



Il Financial Times in un articolo ha intervistato alcuni protagonisti e ricercatori del settore, chiedendo quale sia veramente il bilancio del rapporto rischio beneficio di una tecnologia così avanzata che però stenta a partire. Anche perchè, come sottolinea il quotidiano, i costi di gestione a livello pubblico al momento sarebbero ancora proibitivi, per questo prima della FDA era arrivato anche il “no” categorico delle compagnie assicurative americane che avevano annunciato di non avere intenzione di coprire questo tipo di analisi diagnostica.



Cancro, diagnosi precoce con test DNA, è affidabile? I dubbi dei medici

La corsa delle start-up negli investimenti per i test diagnostici a base DNA, sta portando alla richiesta ufficiale in molti paesi, di approvare nel sistema sanitario questo tipo di analisi integrandole nei programmi di screening della popolazione. Attualmente sono disponibili privatamente da parte di molte compagnie, che promettono di valutare il rischio di sviluppo di alcuni tipi di cancro con grande rapidità I dubbi dei medici e degli scienziati però sono molti.  Se da una parte è vero che questo tipo di diagnosi precoce può essere usato con successo ad esempio per analizzare la probabilità di incidenza genetica di alcuni problemi trasmissibili da madre a feto, per altri tipi di pazienti non è così semplice.



La dottoressa Vershalee Shukla, oncologa responsabile del centro screening per i tumori in Arizona, ha sottolineato al Financial Times, che attualmente il problema, non solo è rappresentato dal fatto che per lo sviluppo del cancro c’è la concorrenza di più fattori e non solo quelli genetici, ma che la grande quantità di risultati falsi positivi potrebbe portare i pazienti a fare ulteriori indagini diagnostiche, anche invasive non necessarie. Con evidenti conseguenze sulla salute e sul costo della sanità.