Il cancro alla prostata rappresenta un importante problema per la sanità mondiale. Secondo un resoconto fatto dal Daily Mail, infatti, nel Regno Unito si tratta del secondo tumore più diffuso tra i malati tumorali, mentre per gli uomini è il primo. Ogni anno ne vengono diagnosticati circa 50 mila casi, con l’esito che circa ogni 45 minuti muore un paziente che ne soffre. Però ben presto, se l’ente di regolazione dei farmaci lo approvasse, potrebbe diffondersi una nuova e rivoluzionaria terapia combinata contro il cancro alla prostata, che in America è già approvata e che avrebbe, secondo uno studio fatto su scala mondiale, degli effetti veramente strabilianti.
Cancro alla prostata: la nuova terapia combinata rivoluzionaria
Insomma, la lotta contro il cancro alla prostata potrebbe, a brevissimo, fare degli importanti passi avanti grazie ad una terapia di recente approvazione negli Stati Uniti. Si tratta, concretamente, di una combinazione di farmaci, ovvero l’enzalutamide e il talazoparib, sviluppati proprio per il trattamento di precisione delle masse tumorali. Entro la fine dell’anno l’ente regolatorio inglese potrebbe approvare la combinazione di farmaci, e non si può escludere che ne seguirà anche un’approvazione a livello europeo.
Lo scorso mese alcuni ricercatori hanno pubblicato uno studio, condotto a livello mondiale su più di 800 pazienti affetti da tumore alla prostata, che avrebbe dato dei risultati veramente incoraggianti. Gli esiti pubblicati sull rivista Lancet, infatti, parlano di un 55% di casi in cui la combinazione di farmaci è riuscita a fermare la progressione delle masse tumorali, evitando che si espandessero anche ad altri organi. “Questo lavoro”, ha commentato Neli Ulrich, responsabile scientifico dell’Huntsman Cancer Institute, che ha condotto lo studio, “è assolutamente innovativo. Farà una grande differenza nelle opzioni di trattamento per molti pazienti affetti da cancro alla prostata”. Ora, però, per l’ente regolatorio inglese, rimane da chiarire se assieme al rallentamento nella progressione del tumore vi sia anche un aumento dell’aspettativa di vita dei pazienti malati, e se la combinazione di farmaci funzioni a livello generale, oppure solamente su una determinata mutazione genetica del cancro.