Continuano le bufale associate alla Candela della Speranza, la foto di una candela accesa che moltissimi, da ieri, hanno deciso di utilizzare come foto profilo su WhatsApp, un messaggio di speranza e cordoglio in un periodo di grande emergenza come quello che stiamo vivendo causa coronavirus. L’ultima fake news parla di un rito satanico associato appunto alla stessa foto: “*MESSAGGIO CRISTIANO URGENTE IMPORTANTE* – è la catena che circola via chat in queste ore – cancellate subito tutte le candele che avete messo nei social. E’ un rito satanico: il 24 marzo è la festa della bestia e si prepara con l’accensione di una candela dal 23 sera. Avvisate quanti hanno pubblicato l’immagine di una candela accesa. Grazie”. Ovviamente si tratta di una nuda e cruda bufala, in quanto non esiste alcun rito satanico associato alla foto della candela. Chiunque l’abbia usata come foto profilo, potrà continuare a farlo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CANDELA DELLA SPERANZA PER CORONAVIRUS “RUBA I TUOI CONTATTI”

La candela della speranza è diventata virale i social network, e come tutti i fenomeni di grande popolarità è stata subito soggetta a bufale e false comunicazioni. In particolare una bufala sta circolando su Whatsapp, invitando a non condividere l’immagine della candela, in quanto sarebbe un metodo per installare (non si sa come…) un malware sul telefono e rubare tutti i contatti del malcapitato. Questo il testo della bufala in questione: “❌AVVISO❌ non mettete la foto “candela per la speranza” come profilo di WhatsApp è SPAM serve per rubare i dati del cellulare !?⛔❌CONDIVIDILO CON I TUI CONTATTI”. Abbastanza inverosimile, anche perché la condivisione di una semplice foto non può scatenare alcun meccanismo nel software di un dispositivo digitale. Dunque, chi vuole può continuare tranquillamente la catena, e, naturalmente… occhio alle bufale! (agg. di Fabio Belli)



CANDELA DELLA SPERANZA, LA RISPOSTA SUL WEB AL CORONAVIRUS

La candela della speranza riempie i social network, in particolare Whatsapp. Si tratta di una catena che sta trovando davvero grande successo: probabilmente quasi tutti abbiamo ricevuto in queste ore l’invito ad accendere metaforicamente questa candela della speranza con cui riempire il web in risposta al Coronavirus.

“Togli per un momento la foto del tuo profilo e metti quella della candela della speranza, inviala a tutti i tuoi amici così che per 24 ore abbiano lo stesso profilo per tutti i malati del Covid-19 e così alla fine vedremo quante candele sono state accese”, o frasi molto simili a queste, invitano dunque a inondare i social di una luce virtuale ma che può comunque creare una rete di empatia verso chi sta soffrendo.



I numeri sono d’altronde ormai quelli di una tragedia sempre più grande, il Coronavirus giustamente fa paura e la reazione porta a messaggi di solidarietà e e di vicinanza, un segnale di umanità ancora più importante in questo momento in cui le relazioni umane sono di fatto azzerate, con l’obbligo di rimanere in casa e tenere almeno un metro di distanza sempre, anche dalle persone che amiamo.

CANDELA DELLA SPERANZA, IL MESSAGGIO RIEMPIE I SOCIAL

La candela della speranza punta dunque ad unire anche le persone che in questi giorni sono costrette a stare lontane, a maggior ragione se si tratta di malati in isolamento in ospedale, che in questo tragico frangente sono davvero tagliati fuori da ogni possibilità di contatto concreto con familiari e amici.

Resta accesa la luce della speranza, anche attraverso i social network che hanno grande valenza per unire le persone nel pieno di questa pandemia di Coronavirus. Se vogliamo, è lo stesso principio che sta alla base dei flash-mob dai balconi: ricreare una comunità, questa volta però in modo più intimo e che possa toccare anche chi maggiormente soffre per l’isolamento e la malattia.

Queste sono persone alle quali una canzone dai balconi potrebbe non arrivare, ma una candela della speranza sì. Come dice il detto popolare, “la speranza è l’ultima a morire”: mai come in questo momento tantissime persone ne hanno bisogno, certamente soprattutto tramite gli aiuti concreti, ma anche questo piccolo sostegno potrebbe essere prezioso per molti.