La trasmissione Lombardia Nera è tornata ad occuparsi della strana morte di Candido Montini, l’ex vicesindaco del comune – alle porte di Como – di Garzeno: il fatto in sé risale allo scorso 24 settembre quando il 76enne è stato trovato morto all’interno della sua abitazione con diverse coltellate tra collo ed addome; trovato da un fornaio del comune che si era preoccupato non vedendolo passare – come d’abitudine – a ritirare la sua cesta di pane da vendere nel piccolo negozietto alimentare che Candido Montini aveva aperto a Catasco.



Inizialmente la pista più accreditata sulla morte violenta di Candido Montini era – quasi ovviamente – quella della rapina, che ha progressivamente perso terreno man mano che gli inquirenti rilevavano che all’interno della sua abitazione non mancava praticamente nessun oggetto di valore e (non a caso) attualmente sembra che si stia battendo con maggiore rigore la pista dell’omicidio volontario, magari dovuto a qualche vecchio diverbio dell’anziano.



Proprio la trasmissione Lombardia Nera – infatti – ha scoperto alcuni messaggi carichi di odio che qualche anno fa (esattamente tra il 2015 e il 2019) Candido Montini aveva pubblicato sul suo profilo Facebook, invitando i “due somari di cognome e assassini di nome che hanno volutamente mandare sotto un ponte la mia famiglia 35 anni addietro con una multa di 18 miliardi di lire” a stare attenti nel caso in cui l’avessero incontrato per strada: un diverbio difficile da ricostruire, ma che potrebbe – almeno parzialmente – essere alla base di questo complesso giallo.



Cosa è successo a Candido Montini: test del DNA a tappeto ai residenti di Garzeno

Insomma, da poco meno di un mese a questa parte gli inquirenti non sembrano avere nessuna idea precisa di cosa sia successo a Candido Montini, descritto da quelli che lo conoscevano nel paese come un uomo tranquillo, sempre gentile e ben voluto da tutti: sentiti – ovviamente – sia i figli dell’uomo (che da qualche anno non vivevano più con lui), che la badante che una volta a settimana si recava nella sua abitazione per fare le pulizie; ma nessuno sembra essere finito nel registro degli indagati.

Per dare una svolta al caso di Candido Montini, solo un paio di giorni fa gli inquirenti si sono nuovamente recati nella sua abitazione dove hanno cercato – con l’ausilio dei Ris – nuove tracce ematiche o genetiche che possano aiutare a ricostruire le dinamiche della morte; così come è stato disposto anche il prelievo dei campioni del DNA degli abitanti dei piccolo paesino alle porte di Como, sul modello delle famosissime indagini dell’omicidio di Yara Gambirasio e (più recentemente) di Sharon Verzeni.