Cani domestici abbandonati: il 2023 ha segnato un triste record per un fenomeno che non accenna a diminuire e che anzi, rispetto al precedente anno di riferimento (2022), ha fatto registrare un vertiginoso aumento dell’8,6%. Stando infatti all’XVIII rapporto “Animali in città” pubblicato da Legambiente, sono stati circa 85mila gli esemplari di cani lasciati per conto loro dalle famiglie, indice questo certo della crisi economica che pesa sempre più su molti nuclei ma anche segnale di un atteggiamento culturale preoccupante. Tuttavia che il 2023 fosse stato un anno da ‘bollino rosso’ sul tema della sorte che spetta ai nostri amici a quattro zampe si sapeva dato che negli scorsi mesi erano stati diffusi dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane.
CANI DOMESTICI ABBANDONATI: 2023 DA ‘BOLLINO ROSSO’
A proposito dell’incremento dei cani domestici abbandonati, la LNDC sottolineava come soprattutto durante l’estate 2023, una delle più calde di sempre, fossero stati registrati oltre 50mila casi del genere, annoverando anche i gatti, un +20% rispetto al 2022 e che vedeva primeggiare in questa certo non lusinghiera classifica Sicilia, Campania, Puglia e Lombardia. Se le cause di questo fenomeno sono note e rimarcate poc’anzi (difficoltà economiche, mancanza di strutture pet-friendly in concomitanza delle vacanze, regolamentazioni, senso civico scarso o del tutto assente), spesso non ci si rende conto del dolore emotivo e delle sofferenze fisiche causate a questi animali, segnatamente nel periodo estivo a causa di sete, fame, solitudine e i pericoli derivanti da strade e arterie ad alta velocità molto frequentate.
“CAUSE DEL FENOMENO”: IL RAPPORTO DI LEGAMBIENTE E I CANILI…
I numeri dell’XVIII rapporto di Legambiente sui cani domestici abbandonati, presentato il 9 agosto durante la kermesse nazionale ‘Festambiente’ a Ripesca (GR), dà i contorni di un fenomeno molto esteso ed evidenzia i costi insostenibili per le famiglie: per Federconsumatori servono tra i 1.700 e i 2.500 euro per gestire un cane nel primo anno di vita. Da qui un vero e proprio esercito di randagi (circa 358mila, la maggior parte nel Meridione) non rivendicati da alcun proprietario: il fenomeno risente della piaga degli abbandoni estivi e della carenza degli enti (Comuni e ASL) che dovrebbero gestire la situazione. Le ricadute sono tutte sulla spesa nel settore (248mln di euro), condizionata dai costi per i canili (il 62% del totale, soluzione che non risolve il problema) e cresciuta l’anno scorso del 7,4% rispetto al 2022: secondo quanto riporta il ‘Corriere della Sera’ la cifra è quasi quattro volte superiore a quella di gestione dei 24 Parchi Nazionali nel Belpaese…