Il consumo eccessivo di cannabis può portare a una condizione di artrite e lesioni di ulcerazione. Accade negli Stati Uniti, dove un uomo 49enne è stato costretto a presentarsi al pronto soccorso con le dita delle mani ormai di colore blu e lacerate da ulcere con versamento di liquidi. Si tratta di una condizione di “artrite da cannabis” ed è un effetto raro e collaterale che si manifesta nelle persone che consumano marijuana in modo costante ed eccessivo.
Il caso del 49enne affetto da artrite da cannabis è stato analizzato e studiato da tre medici statunitensi, Anna Fang, Andrew Mittelman e Laura Welsh, che lavorano presso il Dipartimento di Medicina di Emergenza del Centro Medico di Boston e la Facoltà di Medicina dell’Università di Boston. Tale studio è stato pubblicato sulla rivista Annals of Emergency Medicine e sottolinea che un’analisi precedente aveva già dimostrato che il THC nella cannabis può agire come vasocostrittore dei vasi periferici, provocando così l’artrite e l’anomala colorazione blu delle dita, anche se si tratta di un meccanismo non ancora chiaro. Il 49enne ha ricevuto l’obbligo tassativo di interrompere il consumo di marijuana, l’unico modo per impedire l’aggravarsi dell’artrite. In caso contrario, le statistiche riferiscono che il 40% dei pazienti finisce per sviluppare la necrosi dei tessuti e incorre quindi nell’amputazione.
Artrite da cannabis, il raro effetto collaterale del consumo di marijuana
Come si legge nello studio, dopo che il 49enne si è presentato al pronto soccorso è stato immediatamente sottoposto al test di Allen, capace di valutare l’efficacia del flusso sanguigno arterioso. A quel punto, l’angiografia ha rivelato che l’arteria radiale dell’uomo era semi-occlusa e presentava una “collateralizzazione a cavatappi dell’arteria ulnare che alimenta l’arco palmare” che aveva causato la colorazione blu delle dita e le lesioni da ulcerazione, come scrivono i tre scienziati.
I medici hanno effettuato test fino a escludere le patologie capaci di provocare un tale danno vascolare e, infine, hanno stabilito che si trattava di un raro effetto del consumo eccessivo di cannabis. Secondo la rivista scientifica The Pan African Medical Journal, tra il 1960 e il 2008 la letteratura scientifica riferisce soltanto di una cinquantina di casi di arterite da cannabis, che in alcune circostanze hanno portato i pazienti a dover ricevere un’angioplastica e a dover assumere per tutta la vita aspirine e anticoagulanti.