Da un lato molti paesi spingono per la legalizzazione della cannabis non solo a fini medici, ma anche per ridurre le attività criminali, legate probabilmente allo spaccio. Dall’altro però non mancano casi di omicidi legati agli effetti psicotici che anche le droghe leggere sono in grado di causare nella mente delle persone. Ne è testimonianza la recente sentenza di incarcerazione di Pietro Addis, accusato di omicidio colposo per uso di cannabis.



Il caso è avvenuto il 7 gennaio 2021. La signora Sue Addis, 69 anni, fu trovata morta nei Cedars Gardens di Brighton. L’anziana era una milionaria ristoratrice e filantropa di successo, che ebbe l’onore di servire personalità del calibro di Tony Blair, Bill Nighy e Katie Price. Amata e stimata da Brighton, venne uccisa dal nipote Pietro Addis. I dettagli emersi rivelano come la donna sia morta a seguito di ben 17 ferite inferte con coltelli da cucina. Dai tagli si è anche evinta la furia con cui il ragazzo, allora 17enne, avrebbe colpito la donna, frutto del consumo di droga.



OMICIDIO COLPOSO PERCHÉ IN PREDA A PSICOSI DA CANNABIS

Il giovane avrebbe ammesso di aver ucciso la nonna. Così riporta il Daily Mail. Il giudice, Christine Laing KC, nell’ascoltare Pietro Addis e nell’esaminare i fatti ha affermato come, in assenza di droghe, Sue Addis probabilmente sarebbe ancora viva, dimostrando i pericoli dell’assunzione di droghe illegali e la sua incapacità di evitare comportamenti dannosi. “L’uso e l’abuso di droghe è stato il singolo fattore più importante nello sviluppo dello stato mentale che ti ha portato a uccidere tua nonna”. Queste le parole del giudice rivolte al ragazzo ora 20enne.



La famiglia sapeva della dipendenza del ragazzo e degli effetti devastanti che le sostanze stavano creando sul suo stato mentale. Avevano anche chiesto aiuto, ma evidentemente non sono arrivati a tempo per fermarne il risvolto in tragedia. Il terribile gesto sarebbe stato il risultato di un delirio psicotico generato proprio dalle droghe. E ora Pietro Addis dovrà scontare una pena detentiva di 10 anni con un periodo prolungato di 5 anni.