Herbert Reul commenta la legalizzazione della cannabis in Germania
Herbert Reul, il ministro degli interni della Renania Settentrionale-Vestfalia, in una recente intervista per il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, ha parlato della legalizzazione della cannabis in Germania, proposta dalla cosiddetta coalizione “semaforo”. Un progetto che lui ritiene folle, sotto diversi punti di vista. “Se qualcosa di pericoloso viene avviato, allora occorre anche avviare un enorme apparato di controllo”, sostiene.
La proposta dei semafori sulla legalizzazione della cannabis, sottolinea il giornalista, punta ad un mercato controllato e statale, che tolga alle mafie e al mercato nero il monopolio. “Tutto ciò che viene promesso è stato da tempo smentito dalla realtà, soprattutto nei Paesi Bassi“, sostiene il ministro, “lì, la politica libertaria sulla cannabis ha portato a un drastico aumento della criminalità legata alla droga, comprese le guerre tra bande e omicidi”. Inoltre, darebbe un segnale sbagliato ai giovani: “Se non è proibito, non è pericoloso, e allora posso consumarlo”. Ed oltre a questo, “il mercato sarà molto più grande”, spingendo anche le persone a volerne sempre di più.
Cannabis: “Fa male, soprattutto ai giovani”
Ma la preoccupazione sulla legalizzazione della cannabis in Germania del ministro degli interni della Renania Settentrionale-Vestfalia, non è tanto il mercato nero, per il quale basterebbe un ampio, e costoso, sistema di controllo, ma è proprio la salute dei giovani. “Non ho mai capito come l’uso di droghe dovrebbe portare a una migliore salute e alla protezione dei giovani”, si chiede, “per me si tratta di un rischio aggiuntivo”. “Che si tratti di pediatri o dell’Associazione dei medici di base, tutti dicono che la cannabis è pericolosa, soprattutto per i giovani”.
“Si allude”, spiega in merito agli effetti negativi della cannabis per i giovani, “all’effetto di promozione della psicosi”, e al fatto che “contribuisce a disturbi del pensiero e della percezione simili alla schizofrenia”. “Se qualcosa è pericoloso, la cosa migliore è comunque un annuncio chiaro, un divieto chiaro. Le regole vanno rispettate, non ammorbidite”, sostiene il ministro, e “l’argomentazione secondo cui la legalizzazione solleverebbe la polizia dalla necessità di perseguire i reati, è assurda. Ci devono essere molti più controlli” su tutta la filiera della cannabis, e questo aumenterebbe il lavoro delle forze dell’ordine.