Il nucleo di Tutela della Salute pubblica (i NAS) dei Carabinieri di Torino ha concluso un’indagine sulla cosiddetta cannabis light. Si tratta di quella “consentita” dalla legge per la vendita ad uso “tecnico” (e non per il consumo personale) che, per legge, deve rispettare determinate e precise soglie di principio attivo per poter essere commercializzata liberamente. La sostanza è stata analizzata in diverse provincie italiane, scoprendo che diversi stabilimenti non rispettavano i limiti. L’ampio controllo nazionale della cannabis light si è concluso con 14 persone denunciate per produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti, 8 non indagate, e il sequestro complessivo di oltre 1.800 kg di sostanza pari ad un valore commerciale di 18 milioni di euro.
Cannabis light: l’indagine dei Nas di Torino
A condurre l’analisi della cannabis light, insomma, è stato il nucleo Nas dei Carabinieri di Torino, coordinato dalla procura, con indagini svolte in Provincia di Torino, Cuneo, Forlì-Cesena, Lecce, Milano, Monza-Brianza e Rimini. Complessivamente sono stati perquisiti 49 locali, tra abitazioni private, esercizi commerciali e aziende agricole, con il sequestro e l’ispezione dei sistemi informatici e di telecomunicazione, che hanno portato alla denuncia per le 14 persone accusate di aver venduto stupefacenti.
Le aziende di cannabis light poste sotto indagine erano state individuate preliminarmente tramite il monitoraggio dei siti online e il campionamento, con analisi annesse, delle inflorescenze di canapa prodotte e commercializzate. Sono, dunque, emersi valori di “delta-9-tetraidrocannabinolo” (ovvero il THC) eccessivo rispetto ai limiti imposti per legge, tale da giustificare la “concreta capacità drogante” delle stesse inflorescenze. Sono, dunque, stati sequestrati ben 1.800 kg di cannabis light, oltre a 6 computer, 12 smartphone e numerosi plichi di documentazioni interne. Il valo complessivo della cannabis sequestrata (e distrutta) è pari a 18 milioni di euro, mentre per ora non sono ancora chiare quali saranno le conseguenze per le 14 persone denunciate, sulle quali vige ancora il principio di non colpevolezza, essendo che le indagini sono ancora in fase preliminare.