Tra rischio chiusura, denunce e sequestri: nuovi aggiornamenti sui negozi di cannabis light dopo la sentenza della Cassazione. Come riporta Il Messaggero, i carabinieri a Caserta hanno posto sotto sequestro tre negozi, titolari denunciati perché «detenevano ed esponevano per la vendita infiorescenze, foglie, resina e olio ottenuti dalla coltivazione di una varietà di cannabis». Stessa operazione a Reggio Calabria, azione coordinata tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza: repertati 59 campioni delle sostanze commercializzate e poi inviati al Gabinetto regionale di Polizia scientifica della Calabria ed al Reparto investigazioni scientifiche di Messina. Attesi aggiornamenti nel corso dei prossimi giorni, con il Codacons che ha preso una posizione netta nelle scorse ore, tanto da presentare un esposto a 104 Procure della Repubblica: «Il principio sancito dalla Cassazione sulla Canabis light va applicato anche ai prodotti contenenti nicotina». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
CANNABIS LIGHT, PRIMO SEQUESTRO A TORINO
Cannabis light, primi effetti dopo la sentenza della Cassazione che marchia come reato la vendita dei prodotti derivanti dalla canapa. Scattati i primi controlli in tutta Italia, prima chiusura registrata a Torino: dopo le verifiche negozio per negozio negli oltre venti shop torinesi, lucchetti in un esercizio di San Salvario. Come riportano i colleghi de La Stampa, ieri le forze dell’ordine hanno ritirato 19 pacchetti da 2 grammi di cannabis light al Miracanapa, bottega in una laterale di via Nizza. Contestata la vendita di infiorescenze di canapa e di loro derivati, il titolare Marco Mirabelli non ci sta: «Lavoro da 3 anni e mi sono sempre mosso alla luce del sole. Ho perso circa 500 euro, per fortuna non accumulo merce in magazzino. All’inizio sembrava volessero sequestrarmi anche i grinder (sorta di macinini per le infiorescenze, ndr) e i bong (tubi per fumare, ndr ). Forse posso vendere solo la pasta. Non so che farò adesso, ora mi toccherà chiudere».
CANNABIS LIGHT, RISCHIO CHIUSURA PER MOLTI SHOP
Torino ma non solo, anche nelle altre città italiane il rischio chiusura è alto. Tra i primi a tirare giù le serrande è lo shop aperto un anno fa dal rapper J-Ax con il fratello Grido e Takagi in zona Sarpi a Milano. Come riporta Il Giorno, l’avviso presente fuori dallo shop non lascia spazio a dubbi: «Gentili clienti, preso atto della stringata informazione provvisoria della Corte suprema di Cassazione, emessa ieri e riportata dagli organi di stampa, Mr Nice store ha deciso, al fine di evitare indebite speculazioni, di astenersi, per il momento, dalla vendita dei prodotti derivati dalla coltivazione della cannabis sativa. Pertanto, fino a nuova e contraria comunicazione, il negozio rimarrà chiuso». Altro episodio da segnalare è quello di Avellino, dove la Guardia di Finanza ha sequestrato 221 grammi di cannabis light in un distributore automatico situato a poca distanza da alcuni istituti scolastici, con il proprietario della rivendita che è stato denunciato.