Ennesimo studio scientifico che dimostra i gravi danni del fumo di cannabis, questa volta pubblicato sull’autorevole rivista scientifica The Lance. Lo scopo dello studio era quello di dimostrare quanto l’uso frequente di cannabis in particolare il cosiddetto “skunk”, ottenuto dall’incrocio tra cannabis sativa e indica sia effetto di danni mentali. Dello skunk già si sapeva che l’effetto è dieci volte superiore alla normale cannabis. Sono stati esaminati pazienti tra i 18 e i 65 anni di età. Si è così constatato che il rischio di problemi psicotici su 410 pazienti è superiore di tre volte rispetto a chi non ha mai fatto uso di cannabis. I casi di psicosi (episodio psicotico acuto si intendono sintomi come allucinazioni, deliri, paranoia, che si presentano violentemente e inaspettatamente) elevati sono del 24% in più. La cannabis è la droga illecita più popolare al mondo. L’Uruguay è stato il primo paese a legalizzarne l’uso e diversi stati americani lo hanno fatto o stanno per farlo. Pertanto, qualsiasi danno causato dall’uso di cannabis dovrebbe essere quantificato.
CANNABIS A RISCHIO PSICOSI
Studi prospettici epidemiologici hanno costantemente riportato che l’uso di cannabis aumenta il rischio di psicosi simile alla schizofrenia. Nel Regno Unito, gli investigatori della 2012 Schizophrenia Commission ha concluso che il consumo di cannabis è il fattore di rischio più prevenibile per la psicosi e che dovrebbe essere perseguita la ricerca che mira a migliorare la stima del contributo del farmaco allo sviluppo della malattia. Al proposito di questo studio il quotidiano web vita.it sottolinea come “Il punto è che la diffusione del problema è talmente ampia (i dati ufficiali dell’Espad Italia riportano che il 25,8 % dei giovani italiani nella fascia di età 15-19 anni ha fatto uso di cannabis nell’ultimo anno) e il vizio culturale (la droga “leggera”) talmente radicato che in pochi vogliono davvero sapere”. E’ necessario, si legge ancora, “un approccio integrato che cominci da una comunicazione fluida e chiara tra psichiatri, psicologi, medici di base, politica, istituzioni, forze dell’ordine, scuole, oratori, genitori e ragazzi” perché i giovani vengano informati della gravità del consumo di cannabis.