L’Agenzia francese che regola il mercato dei medicinali e dei farmaci ha deciso di vietare la vendita della cosiddetta cannabis sintetica. Ad essere colpiti dal provvedimento saranno tutti i prodotti, derivati o che imitano la sostanza psicotropa, che contengono molecole di esaidrocannabinolo, noto come “HHC”. L’annuncio è stato fatto nella giornata di ieri, forte di numerosi preoccupazioni sollevate dalla rete di farmacovigilanza, mentre l’entrata in vigore è prevista per la giornata di oggi. L’Agenzia, infatti, ritiene che la cannabis sintetica potrebbe avere effetti ancora più dannosi di quella naturale, mentre il commercio si sarebbe diffuso rapidamente a causa di una lacuna nella legge francese sul controllo delle sostanze stupefacenti.



Cos’è la cannabis sintetica e i suoi effetti sulla salute

Il termine cannabis sintetica, va sottolineato, non è del tutto corretto. Infatti, la molecola ad essere colpita dal divieto di vendita in Francia è l’esaidrocannabinolo, che si trova in piccolissime concentrazioni all’interno dei semi e del polline dei fiori di canapa. A scoprirla, infatti, fu un medico negli anni ’40, mentre con il passare dei decenni si sarebbero sviluppati metodi per riprodurla in grande quantità in laboratorio, inserendola poi in prodotti come gli oli, le tisane e i biscotti.



La cannabis sintetica, così, ben presto si è diffusa in America, arrivando sotto gli occhi della FDA solamente nel 2021. Le prime vendite di questa molecola in Europa sono state registrate a partire dal maggio 2022, momento in cui le varie autorità sanitarie avrebbe iniziato a preoccuparsi dei suoi effetti indesiderati. Attualmente, in diversi paesi europei (ma non in Italia) i prodotti a base di questa molecola possono essere acquistati facilmente in qualsiasi negozio specializzato in CBD (la controparte “soft”, senza effetti psicotropi) oppure su internet. Secondo le autorità sanitarie francesi, che hanno vietato la vendita di cannabis sintetica, la sostanza rappresenta “un pericolo reale per i consumatori ignari”, lamentando il fatto che si sia diffusa una vera e propria “dipendenza” i cui effetti collaterali “riportati da alcuni utenti ricoverati” vanno dal vomito agli attacchi d’ansia.

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