L’università cattolica e il corso sulla cannabis
L’università cattolica gesuita St. Joseph’s di Filadelfia ha deciso, recentemente, di offrire un corso, diviso in quattro “specializzazioni” chiamato Cannabis Studies. Si tratta concretamente di quattro certificati, offerti al costo di quasi 3mila dollari l’uno, che attestano una determinati preparazione in merito ad alcuni degli aspetti principali che ruotano attorno al business della canapa, che ha portato circa 16 milioni di dollari nelle tasche del governo.
I quattro corsi sulla cannabis, si legge sul corso dell’università cattolica, sono dedicati a “chiunque consideri una carriera nel settore“, spiegando che “la conoscenza specialistica è la chiave per sbloccare le opportunità più entusiasmanti”. I corsi offerti, nel dettaglio, riguardano “conformità e gestione del rischio”, “sanità e medicina”, “business della canapa” e “agricoltura e orticoltura”. Sul sito dell’università si sottolinea come “il panorama della cannabis è complesso, in continua evoluzione e unico. Questo certificato fornirà una chiara comprensione dell’industria, di come è arrivata e di dove sta andando”. I corsi, infine, saranno tenuti da veri esperti del settore, tra cui imprenditori, medici e avvocati, che già operano nel settore.
L’opposizione del teologo: “Discutibile e illegale”
Insomma, apparentemente non ci sarebbe nulla di male nei corsi sulla cannabis, ma secondo il professore di teologia dell’Istituto Agostino, Jared Staudt, che ha parlano con CNA, sarebbe un’aperta violazione agli stessi dettami della Chiesa cattolica. Si tratterebbe, secondo lui, di un vero e proprio scandalo, inteso come “un’azione che induce un altro a peccare” e che in generale rischia di ottenere “un impatto dannoso sulla salute del corpo e dell’anima”.
Secondo il teologo, infatti, il catechismo e la Chiesa insegnano che l’uso di cannabis, o di altre droghe, “se non per motivi strettamente terapeutici, è un reato grave“. Staudt ritene che “non sia appropriato che un’università cattolica offra un certificato di studi sulla canapa, perché (..) l’uso di droghe costituisce un peccato contro il quinto comandamento“. “La compromissione del funzionamento mentale colpisce il cuore stesso della nostra umanità e capacità di azione libera e razionale”. Secondo lui la laurea in cannabis è immorale perché “partecipa all’uso di una sostanza nociva per scopi medici e ricreativi discutibili”, sottolineando anche come “è ancora illegale secondo la legge federale, e c’è molta illegalità nella distribuzione”.