Antonino Canavacciuolo dovrà pagare 300 euro di multa perché non si è presentato in tribunale, dove avrebbe dovuto testimoniare come parte dell’accusa. Lo chef ha motivato la sua assenza, spiegando di non poter essere presente in Aula perché impegnato in un programma televisivo, ma il giudice non ha considerato come legittimo impedimento la motivazione data. Quando si è chiamati come testimoni in tribunale, infatti, non è possibile rifiutare se non per gravi e acclarati motivi. Essere al lavoro, anche se in un’altra regione d’Italia, non rientra tra i motivi consentiti per essere assenti. Cannavacciuolo si è giustificato asserendo che stava girando Cucine da Incubo in Basilicata. Cosa che, secondo il giudice, non è considerata come legittimo impedimento.
Il processo in questione era partito proprio da una denuncia dello chef. Dei colleghi, infatti, avrebbero utilizzato illecitamente il suo marchio per promuovere il loro menù di pesce. Per questo il Tribunale di Ravenna ha avviato un procedimento legale che coinvolge tre ristoratori, un 63enne bresciano e due cubani di 33 e 51 anni, tutti e tre facenti capo al ristorante Saporetti di Marina di Ravenna. Cannavacciuolo aveva sporto denuncia, entrando così a far parte dei testimoni dell’accusa. Chiamato in tribunale per l’udienza, lo chef non si è presentato.
Cannavacciuolo aveva denunciato 3 ristoratori: cos’è successo
Cannavacciuolo, come spiega il Corriere di Bologna, aveva fatto inviare alla Procura una giustificazione che spiegava la sua assenza: stava infatti girando Cucine da Incubo in Basilicata. Per il giudice, però, non si tratta di una giustificazione valida e per questo motivo è stata comminata una multa da 300 euro che Cannavacciuolo dovrà ora pagare. Alla base della causa, il caso vuole che vi fosse proprio Cucine da Incubo. Infatti la ristoratrice cubana 33enne aveva partecipato nel 2016 al programma di Cannavacciuolo come cameriera di un ristorante della zona di Mantova. Come da format, lo chef aveva lasciato delle ricette per arricchire il menu del locale.
La donna si era però trasferita a Marina di Ravenna e quei piatti di pesce li aveva inseriti nel menù. Il ristorante Saporetti avrebbe poi pubblicizzato quel menù usando la figura e il marchio di Cannavacciuolo, utilizzando anche il volto dello chef. Un cliente, incuriosito, aveva deciso di telefonare a Villa Crespi per chiedere delucidazioni. Cannavacciuolo, ignaro di tutto, era venuto così a sapere dell’utilizzo delle sue ricette e del suo brand in quei ristorante di Marina, decidendo così di sporgere denuncia. La prossima udienza è fissata in autunno.