Fabio Cannavaro entra a gamba tesa sulla Gazzetta dello Sport: oggi non gioca più, ma ricorda ancora bene quegli interventi irruenti ma puliti a sradicare la palla dai piedi avversari. Come quelli francesi: il 9 luglio si celebra l’anniversario della vittoria Mondiale a Berlino, quei rigori contro i Bleus dai quali sono passati già 14 anni. Si parla di rivalità, ma l’ex difensore di Napoli, Parma, Inter, Juventus, Real Madrid e appunto della nazionale non ci sta: “Quale rivalità? Noi abbiamo vinto 4 Mondiali e giocato sei finali”. La Francia invece si è dovuta “accontentare” della metà esatta: due i titoli – anche se sono loro a essere campioni in carica – e tre le partite per sollevare il trofeo. L’unica persa, contro di noi. Come dice Cannavaro: “Di solito le finali le perdiamo contro il Brasile, la Francia è una buona squadra ma non è mica il Brasile”. Ha ragione: i verdeoro ci hanno fatto la pelle nel 1970 – di fatto umiliandoci, ma era una nazionale tremendamente forte e certamente nella Top Five o addirittura Three delle migliori di tutti i tempi – e poi nel 1994, nel bollente catino di Pasadena. Anche lì rigori, ma perdemmo.

FABIO CANNAVARO RICORDA IL MONDIALE 2006

Cannavaro purtroppo ha anche ricordato la finale degli Europei 2000: il gol di Marco Delvecchio, la grande speranza, gli errori sotto porta di Alex Del Piero e Vincenzo Montella, il gol di Sylvain Wiltord “su un tiro deviato da Iuliano e Trezeguet che io sfiorai appena, che arriva sui piedi di Wiltord e il suo tiro passa tra le gambe di Nesta e sotto il braccio di Toldo”. Lo ha riassunto lui: a volte il pallone deve entrare, e c’è ben poco da fare. Sei anni più tardi, nel cuore dell’Olympiastadion, il ricordo di quella finale a Rotterdam c’era eccome: ma Cannavaro, così come tutti i compagni della nazionale, era convinto che la partita potesse andare in maniera diversa. “Nel 2000 meritavamo di vincere e abbiamo perso, nel 2006 era meno evidente”. A volte vinci e a volte perdi, ma non ditegli che la Francia abbia fatto meglio negli ultimi 25 anni: “Voi guardate sempre le cose a vostro vantaggio quando vi fa comodo” è la sua risposta. Tecnicamente, i francesi avrebbero anche ragione: quel che conta, è che 14 anni fa la coppa l’abbia alzata lui.