EMENDAMENTO LEGA SUL TAGLIO DEL CANONE RAI, GOVERNO VA SOTTO IN COMMISSIONE BILANCIO: COS’È SUCCESSO

Con l’emendamento della Lega sul taglio al Canone Raicassato” stamattina dalla Commissione Bilancio al Senato si aprono immediatamente due “scenari” e letture dalle rispettive forze parlamentari: il “campo largo” parla di un disastro della maggioranza che aprirebbe la crisi di Governo immediatamente, di contro il Centrodestra parla di “inciampo”, “diversità di vedute” ma su un tema singolo e che non compromette per nulla il resto del Dl Fisco e soprattutto la Manovra di Bilancio 2025. Dopo il vertice di maggioranza a casa Meloni lo scorso weekend, tra gli emendamenti “segnalati” come importanti dai vari partiti del Centrodestra era rimasto in sospeso il taglio del Canone Rai, voluto fortemente dalla Lega per portare la tassa sul servizio pubblico da 90 a 70 euro.



Forza Italia si era opposta già all’epoca ed è tornata sul medesimo argomento ancora oggi con Antonio Tajani, leader e vicepremier: proprio la contrarietà dei forzisti ha portato al votare con le opposizioni allo scenario di stallo ora in Commissione Bilancio, con l’emendamento della Lega bocciato con 12 voti contrari e solo 10 a favore. Il voto era palese e dunque il calcolo è piuttosto semplice: i 4 senatori del Pd hanno votato contro l’emendamento assieme ai 3 del M5s, 1 di Italia Viva, 1 di Sinistra Italiana, 1 di Campobase e 2 soprattutto di Forza Italia; di contro, con la maggioranza si sono espressi solo i 6 senatori FdI, i 3 della Lega e 1 del MAIE. Come “antipasto” delle varie discussioni sugli altri emendamenti alla Manovra 2025 non è ovviamente dei migliori in casa Centrodestra ma questo non significano le crisi di Governo e quant’altro subito aizzate (comprensibilmente) dalle opposizioni.



LE REAZIONI SUL CANONE RAI DAL CENTRODESTRA AL CAMPO LARGO (CHE CHIEDE LA CRISI DI GOVERNO)

«La maggioranza è in frantumi e le divisioni sono evidenti. Sono allo sbando, troppo impegnati a litigare tra loro, a competere anziché governare il Paese»: così la segretaria del Pd Elly Schlein commenta a caldo i risultati del voto sul Canone Rai da abbassare. Gli fanno eco altri senatori dem, come il responsabile dell’Economia al Nazareno Antonio Misiani, ma soprattutto i leader di AVS e M5s: tanto Fratoianni e Bonelli, quanto Giuseppe Conte ritengono l’andare sotto in Commissione Bilancio come sintomo di una crisi di Governo «ormai evidente».



«La premier chiarisca se esiste ancora la maggioranza», attacca il leader 5Stelle con immediata e pronta risposta ricevuta da Maurizio Lupi di Noi Moderati, il quale “tranquillizza” politicamente le opposizioni spiegando che il voto sul canone Rai «non cambia nulla nei rapporti in maggioranza, che è solida come il governo». Certo, esistono e non poche diversità di vedute ma per l’area centrista in maggioranza non vi sarebbe «Niente di drammatico, ma normale dialettica». Il primo che aveva già “spento” l’eventuale incendio prima del voto in Commissione Bilancio era stato lo stesso leader della Lega Matteo Salvini, intervistato stamane su RTL 102.5: per il vicepremier il voto contrario di Forza Italia è un dispiacere ma si può andare avanti, puntando su altri fonti per gli interventi fiscali «lavoriamo per il taglio delle tasse ma il canone Rai è una di queste, ma non è la nostra attività centrale».

Intervenendo dopo il forum G7 con gli altri Ministri degli Esteri, il leader di Forza Italia Antonio Tajani rivendica la scelta di bocciare il taglio del Canone Rai in quanto l’emendamento della Lega per 20 euro di meno annui è «sbagliato, non utile ad abbassare la pressione fiscale». Per il vicepremier forzista occorre trovare 430 milioni di euro per rilanciare il bilancio della Rai, dunque togliere i soldi del Canone avrebbe poi dovuto farli re-immettere su altri punti: «non c’è nessun inciampo, noi siamo coerenti». Quest’ultima dichiarazione è una diretta risposta non tanto alla Lega ma a Palazzo Chigi che poco prima in una nota da “fonti di Governo” rifletteva sulla caduta della maggioranza in Commissione. Meloni fa sapere infatti di essere tutti impegnati ai sostegni per imprese e famiglie e «L’inciampo della maggioranza sul tema del taglio del canone Rai non giova a nessuno». Insomma, al netto delle diatribe politiche e in vista della prossima cruciale Manovra (che giusto ieri ha ottenuto il via libera formale della Commissione Ue per tenuta dei conti e prospettiva di crescita), l’unico vero risultato certo di questa “caduta” del Governo è uno solo: gli italiani dall’anno prossimo continueranno a pagare 90 euro di Canone Rai e in bolletta della luce, come ormai tradizione dopo la riforma voluta dal Governo Renzi.