In un mondo che corre, anche la musica non poteva che restarne intaccata. E così ecco che la durata media delle canzoni ha subìto un’accelerata, con un numero sempre maggiore di utenti che preferisce ascoltare brani velocizzati. La colpa viene rintracciata nei social: tutto deve condensarsi in meno di 3 minuti, e anche la musica sta subendo questo ‘trend’.



Come apprendiamo dal Corriere della Sera oggi la durata media delle canzoni che finiscono nella Billboard Hot 100, la classifica dell’industria discografica statunitense, è di 3 minuti e 15 secondi. Negli anni ’70 raggiungeva già i 3 minuti e mezzo, negli anni ’60 invece era quasi 2 minuti e 50 secondi. E sembrerebbe essere soprattutto negli ultimi 5 anni che la musica si sia velocizzata particolarmente.



I fattori sono i più disparati: dai nuovi generi musicali, al frequente ricorso a piattaforme come Youtube, dove musicisti emergenti per farsi conoscere dal pubblico del web prediligono pochi minuti di musica. Ma anche il continuo cambio di supporto musicale (pensiamo in passato al passaggio dai vinili ai cd). Soprattutto però sono i sistemi di monetizzazione online a farla da padrone, come Spotify, in cui bastano 30 secondi di brano per far guadagnare gli artisti.

MUSICA PIÙ VELOCE: GLI ARTISTI SI ADEGUANO

La tendenza dilagante della musica velocizzata sembra portare a maggiori guadagni. I brani devono saper attirare l’attenzione sin da subito, per non cadere vittima del salto di canzone. Non solo: canzoni più brevi equivale anche a più riproduzioni. E più riproduzioni significa maggiori guadagni. E in tutto questo gli artisti devono quindi sapersi adeguare, stando al passo con questo trend per restare sulla ‘cresta dell’onda’ o per avere popolarità se si tratta di emergenti.



Spesso poi uno stesso brano di uno stesso artista viene realizzato in più versioni, e nella maggior parte dei casi è la versione remixata a raccogliere maggior successo e a diventare virale sui social. Negli ultimi anni non sono mancate poi anche cover di vecchie canzoni velocizzate dal 10 al 30%, ridonando popolarità a brani che sembravano ormai caduti nel dimenticatoio. Insomma, anche il panorama musicale è caduto ‘vittima’ della velocità a cui ci ha ormai abituati la società. E per chi produce musica adeguarsi o meno a questo trend può essere una decisione strategica di successo.