Caro direttore,
ho letto i recenti articoli che il Sussidiario ha dedicato alla ormai nota e triste vicenda della sanità in Calabria, quello di Antonio Fanna e quello di Sabatino Savaglio. Letta da qui, la situazione della nostra regione mi mette tristezza, è una parodia infame, per dirla con Péguy. Qualcuno con idee buone, tanti pieni di sdegno, molti che recriminano o rimbrottano e intanto il tempo passa, l’epidemia non si arresta e la paura cresce nelle persone insieme alla stanchezza. Alcuni studi adesso parlano di “pandemic fatigue” per descrivere lo sfinimento dovuto a uno stato di crisi prolungato.



E io? Noi? “Noi che di notte vegliamo”, non possiamo limitarci a discutere a chi tocca aiutare questa gente. È evidente che tocca a ciascuno di noi muoversi.

Innanzitutto “siamo chiamati a rendere più umana la nostra convivenza” e quindi attraverso l’aiuto che possiamo dare, tentare una possibile via d’uscita.



Dunque, quale può essere il punto da cui ricominciare? Per la sanità occorre iniziare un confronto serio e porre al centro le esigenze degli operatori per curare meglio le persone. Procedere, pur in aspri contrasti, con attenzione e rispetto reciproco. Quello che le analisi statistiche, economiche o un commissario da solo al comando non possono cogliere, perché non è prevedibile, è la “scintilla” di fronte a situazioni concrete che genera la voglia e la capacità di andare avanti, di rischiare. Pur in un clima di disinteresse generale, ci sono ancora spazi per chi è spinto a interessarsi dei problemi della regione. Io credo che non tutto sia perso. Naturalmente ci vogliono investimenti per lo sviluppo e non spese solo assistenziali.



Non serve un “commissario”, definizione che è la prima cosa da cambiare, calato dall’alto, ma una squadra coordinata da qualcuno che coinvolga e lavori a fianco di medici, amministratori, sindacati, politici, giudici, volontari, ecc., per aprire un confronto serio, di dialogo, di riflessione e di operatività. Una sfida così, potrebbe valere la pena di un rischio e di un sacrificio.