SETTIMANA CRUCIALE PER I CANDIDATI PD IN LISTA ALLE ELEZIONI EUROPEE 2024: LE SCADENZE E I “TUMULTI” TRA LE CORRENTI
Tra questa e la prossima settimana, il Pd entra nella fase cruciale per la composizione della lista di candidati da presentare alle prossime Elezioni Europee 2024: con la scadenza fissata entro il 21-22 aprile 2024 – ovvero 49 giorni prima del voto che si terrà l’8 e il 9 giugno in Italia – la “bufera” in casa Nazareno è sempre più tumultuosa per lo scontro fra le correnti attorno alle scelte che prenderà la segretaria Elly Schlein.
Tra il 15 e il 19 aprile 2024 si terrà la Direzione nazionale per la votazione e approvazione della lista di candidati Pd ma a tenere banco è in primo luogo la stessa segretaria che ancora non ha sciolto le riserve sul presentarsi o meno al voto delle Europee: dopo gli incontri con i segretari regionali Pd e la delegazione di europarlamentari dem uscenti, il quadro è sempre meno chiaro con polemiche emerse praticamente in ogni frangente. Chi contesta i “nomi extra partito”, chi li invoca, chi ritiene che le possibili preferenze emerse finora in quota Schlein suggeriscano uno spostamento sempre più verso la sinistra radicale, chi invece vorrebbe la segretaria fuori dal “listone” dei 76 candidati Pd in corsa per il voto: il grande “caos” sembra regnare sovrano e non sarà facile mettere a punto uno compromesso tra le varie anime del partito nel giro di pochissimi giorni.
SALIS, DECARO, ZINGARETTI, TARQUINIO, ANNUNZIATA E… SCHLEIN: IL TOTONOMI SUI CANDIDATI NEKKE LISTE PD PER LE EUROPEE 2024
Per avere un primo “totonomi” sui candidati Pd alle Elezioni Europee 2024 partiamo dal fondo, ovvero dal nome “bruciato” dopo le fortissime polemiche generate dentro e fuori il Partito Democratico: «la candidatura di Ilaria Salis non è in campo», ha spiegato Schlein negli studi di “Porta a Porta” dopo l’incontro avvenuto lo scorso 3 aprile 2024 con il padre dell’insegnante detenuta in Ungheria con gravi accuse a carico (pestaggio e tentato omicidio di militanti di destra a Budapest durante una manifestazione non autorizzata anti-fascista), «nel dibattito sul totonomi terrei fuori una situazione delicata come questa». Secondo un esponente di spicco del Pd, rimasto anonimo all’ANSA, consiglia di trovare comunque un posto in lista che garantisca un’elezione sicura a Salis, «perché con il sistema delle preferenze e con nomi forti di partito non è semplice, e il Pd ci rimetterebbe la faccia». Dopo la critica della parte centrista-cattolica nel partito, l’eventualità è che in extremis Ilaria Salis possa essere collocata in un’altra lista di sinistra, come ad esempio Alleanza Verdi-Sinistra.
Ma non di solo Salis “vive” il totonomi sui candidati in lista Pd alle elezioni Europee 2024: altra figura molto contestata dalle correnti più filo-atlantiste è quella dell’ex direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio, fin dall’inizio della guerra in Ucraina convinto che serva maggiore equidistanza tra Mosca e Kiev per poter meglio favorire la pace. Nello specifico, il giornalista “pacifista” è continuamente contrario all’invio di aiuti militari in Ucraina: per Tarquinio si è però esposto l’ex Ministro Andrea Orlando, «Io sono assolutamente favorevole, lui parla di pace ed in questo Paese non si può non fare i conti coi cattolici». Con lui anche Delrio, mentre la deputata Lia Quartapelle ha incalzato la segreteria Schlein: «Sull’Ucraina, il Pd si è sempre schierato a sostegno di Kyiv, votando per l’invio delle armi. Nel manifesto elettorale del PSE, il partito europeo di cui facciamo parte, è scandito con chiarezza che non faremo mancare il sostegno a Kyiv». Secondo molti esponenti dei gruppi parlamentari tanto in Ue quanto in Italia, «Schlein è finita in un vicolo cieco» su alcuni nomi, tra cui appunto Salis e Tarquinio: meno polemiche sorte invece sulla ormai certa candidatura nella circoscrizione sud della giornalista Lucia Annunziata (che aveva smentito con sdegno dopo il suo addio alla Rai su presunta candidatura coi dem, ndr), così come per l’ex Governatore del Lazio Nicola Zingaretti.
Al Nord Ovest resterebbe, nella lista Pd per le Europee 2024, un’altra candidata “filo-radicale” come Cecilia Strada, figlia del fondatore di Emergency, mentre ancora da capire dove poter piazzare un fedelissimo di Elly Schlein come il deputato Alessandro Zan: secondo lo “scherpa” della segretaria, Igor Taruffi, allo studio sul fronte lista candidati anche la posizione della stessa Schlein per non “oscurare” – col sistema dell’alternanza di genere – le eventuali capoliste donne del Pd. La soluzione ipotizzata è quella del “panino”, con una donna capolista (possibilmente “fuori dal Pd” per attirare più voti possibili), un uomo “nel mezzo”, e Schlein al terzo posto: in questo modo però la rivolta delle esponenti dem in Europa, da Pina Picierno a Elisabetta Gualmini, da Irene Tinagli ad Alessandra Moretti e Patrizia Toia, avrebbe luogo in quanto rischierebbero di scivolare molto indietro nella lista con difficoltà di rielezione. Come ha spiegato al “Sussidiario” Paolo Torricella, le ormai quasi certe candidature di Zingaretti, Bonaccini e Nardella «sono utili per i voti e la conta interna, ma non hanno peso politico reale»; in particolare modo, lo scandalo Pd a Bari esploso in queste settimane rischia di affossare uno dei nomi più attesi per le liste Pd alle Europee 2024, per l’appunto il sindaco uscente Antonio De Caro.