mattareColpo di scena sulle nomine, avvenute nel luglio 2020, del Consiglio superiore della magistratura: azzerate quella di Pietro Curzio in qualità di primo presidente aggiunto della Corte di Cassazione e quella di Margherita Cassano come sua vicepresidente. Una scelta nel puro stile delle correnti, che da decenni si dividono il potere giudiziario a scapito dei meriti e della regolarità amministrativa: Curzio appartiene ad Area, corrente di sinistra, mentre la Cassano a Magistratura indipendente, di destra. È però intervenuto il Consiglio di Stato, annullando le due nomine per “irregolarità amministrative” dopo il ricorso di Angelo Spirito, anche lui giudice di Cassazione. “Siamo davanti alla conferma che il Csm decide in base alle correnti interne e non ai meriti” ci ha detto in questa intervista Frank Cimini, giornalista già al Manifesto, Mattino, Apcom, Tmnews e attualmente autore del blog giustiziami.it, “era già successo con Michele Prestipino, un magistrato senza titoli, nominato a capo della Procura di Roma”. Nonostante l’annullamento del Consiglio di Stato, ci ha detto ancora Cimini, non succederà granché, “perché ormai siamo all’inizio dell’anno giudiziario e il Csm si limiterà a cambiare le motivazioni delle nomine. Gli unici che potrebbero fare qualcosa sono i rappresentanti della politica, ma la politica dal 1992 non ha alcuna forza nei confronti della magistratura”.
È una bocciatura clamorosa quella di Curzio a primo presidente della Corte di Cassazione. Che significato ha?
C’è un conflitto istituzionale tra Csm e giustizia amministrativa, questo è vero, ma quello che fa specie è che ci sono giornali e parti politiche che con questa faccenda hanno riscoperto il conflitto istituzionale.
In che senso?
Nel senso che il giudice estensore, il consigliere di Palazzo Spada (sede del Consiglio di Stato, ndr) Alberto Urso, che aveva vinto un concorso in quota Cds, era stato giudicato dall’avvocato che ha presentato il ricorso.
Angelo Spirito, giusto?
Sì, il consigliere della Suprema corte che è uscito vincitore da questa bocciatura di Curzio e Cassano. Il Csm furbescamente si è inventato il conflitto d’interesse etico.
C’è poco di etico, perché dal punto di vista professionale Spirito meritava molto di più di Curzio il posto di presidente. Non bastava vedere il suo curriculum?
Già, però si conferma che il Csm decide in base a logiche di lotta fra le correnti e si va al di là dei meriti. Era già successo con Prestipino, mandato a casa dopo due anni perché la giustizia amministrativa dice che sono state violate delle regole nella sua nomina a capo della procura. Tutto questo fa parte della confusione che regna nella magistratura e di cui non si vedono vie di uscita. Né la magistratura né la politica sono in grado di risolvere questo caos.
Il Consiglio di Stato ha dimostrato che vuole cambiare qualcosa o no?
Il Consiglio di Stato ha fatto una valutazione secondo i criteri della giustizia amministrativa: siccome ormai queste cose succedono con regolarità, questo dimostra che il sistema è andato in tilt e non funziona. Siamo davanti a scelte che poi vengono messe in discussione. Questo è il Csm del dopo Palamara. Doveva essere il caso che avrebbe ripulito la magistratura, invece il metodo Palamara, che poi manco esiste, è diventato un metodo istituzionale, che continua anche senza Palamara.
L’annullamento delle nomine di Curzio e della Cassano può essere un messaggio al prossimo presidente della Repubblica, che è anche presidente del Csm?
Il problema è che ancora adesso si legge sul Corriere della Sera che Mattarella non poteva sciogliere il Csm. Questo è vero dal punto di vista formale, ma un presidente che è anche presidente del Csm ha modo e modo di intervenire. Mattarella invece ha lasciato correre, sperando che le cose si aggiustassero. Cosa che non è accaduta.
Quindi?
La magistratura vuole continuare a fare politica e la politica si conferma troppo debole per intervenire.
Adesso il Csm continuerà a volere Curzio come presidente?
Certo, anche perché siamo vicini all’inaugurazione dell’anno giudiziario, quindi cambieranno la motivazione della sua nomina nella speranza che il Consiglio di Stato, quando dovrà decidere, avrà cambiato il collegio e ovviamente li riconfermeranno. Ma non è un problema di motivazione, bensì di decisione nel merito, che viene contestata proprio perché non sarebbero state rispettate le regole.
Che scenario prevedi nell’immediato?
Credo che senza un intervento forte della politica la situazione andrà avanti e si incancrenirà ancora di più, perché non si vedono segnali contrari. Questi signori erano convinti che fatto fuori Palamara avrebbero ripulito tutto, ma la cosa li riguardava direttamente, riguardava gli stessi che hanno cacciato Palamara. Non è che lui poteva fare sotto banco un centinaio di nomine di capi degli uffici giudiziari da solo, lo ha fatto in concorso con tutto il Csm.
Vie di uscita ce ne sono?
È la politica che deve intervenire, è la politica che ha la responsabilità di agire, ma siccome è debole, esattamente come lo era nel ’92, e da allora non ha ripreso mai più forza, non se ne esce. Le leggi le fa la politica, ma la magistratura ha dimostrato che non si taglia la testa da sola.
(Paolo Vites)
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