Mentre dunque si fa sempre più semplice la strada verso la ripresa della Serie A, ecco che il nuovo nodo a cui la federazione dovrà dare risposta è sui contratti dei calciatori. Come abbiamo visto ieri, le nuove linee guida per l’iscrizione ai campionati ha suscitato il caos e violente proteste da parte dell’AIC, che proprio nella tarda serata di ieri, tramite il proprio presidente Tommasi, ha richiesto un nuovo confronto con la federazione. Tommasi infatti con una nota ha definito “irricevibili” le nuove delibere federali, che “autorizzerebbero” i club a non pagare gli stipendi, chiedendo un nuovo accordo collettivo che vada a protezione dei tesserati. Proteste roventi, che pure non sono state ben accolte dallo stesso presidente della FIGC Gravina, che in tutta risposta si è detto “sorpreso” di questo atteggiamento dell’Assocalciatori. Il presidente della Federazione a Repubblica ha anzi affermato: “Sarebbe paradossale pensare a uno sciopero dei calciatori oggi che il Paese cerca di ripartire. Noi non abbiamo autorizzato i club a non pagare, sarà il Collegio arbitrale a decidere sui contenziosi relativi agli stipendi. I lavoratori di altri settori sono nelle stesse condizioni, perché i calciatori dovrebbero avere aiuti ulteriori?”. Parole che certo non rimarranno senza replica: staremo a vedere. (agg Michela Colombo)
NUOVE LINEE GUIDA PER LE LICENZE: LA RABBIA DEI GIOCATORI
Dall’ultimo Consiglio Federale della FIGC, oltre alle novità sulla ripresa dei campionati professionistici, pure sono emerse importanti novità anche in materia di contratti e stipendi per i calciatori, che pure non sono affatto piaciute alle associazioni di categoria. La Federazione infatti, fissando i requisiti per le licenze nazionali per la prossima stagione, ha deciso che i club potranno iscriversi anche senza aver pagato gli emolumenti del mese di marzo e aprile: basterà dimostrare che sia aperto un contenzioso con i tesserati. E inoltre la scadenza per lo stipendi del mese di maggio è stata prolungata fino al 31 agosto. Di fatto un meccanismo nato con lo scopo di posticipare il pagamento degli ingaggi, ma che rischia di privare del proprio stipendio i giocatori per mesi, come pure ha messo in evidenza Repubblica.
L’AIC PROTESTA E SULLA SCADENZA DEI CONTRATTI..
Di fatto con questa novità introdotta dal Consiglio Federale i giocatori, dopo gli stipendi di gennaio e febbraio, potrebbero ricevere solo quello di maggio (entro ad agosto) e poi più nulla fino al 16 ottobre: un problema che se per un big di Serie A potrebbe essere relativo, per i giocatori di Cadetteria e Serie C è problema ben più grave, pur nonostante l’approvazione degli ammortamenti sociali da parte del governo per le categorie a rischio. Ecco perché in seguito a questa norma si è alzato forte la voce dell’AIC in protesta. Lo stesso presidente Tommasi ha affermato sul sito ufficiale: “Che siamo stati in campo fino al 15 marzo, che i calciatori hanno lavorato con il preparatore atletico per tutto il lockdown e ora tu puoi pure non retribuirli. E se fanno causa danno pure la possibilità al club di non pagarli fino ad agosto! Sono deluso e preoccupato”. Ma oltre alla questione stupendi, a preoccupare il mondo del calciatori è anche il prolungamento della scadenza dei contratti. Come abbiamo visto nei giorni scorsi, la FIFA ha chiesto che i contratti vengano prorogati fino a fine stagione: ma la federazione internazionale come l’UEFA non ha competenza in merito e demanderà alle federazioni il compito di collaborare col governo in materia di diritto del lavoro per regolarizzare questa particolare situazione. Il contesto è davvero preoccupante, ma presto dovrebbero aprirsi nuovi tavoli di dialogo per superare anche questi nodi.