Come ha riportato la CNN il 25 gennaio, il governo statunitense sta pianificando un incremento dell’assistenza all’Ecuador, in risposta alle crescenti preoccupazioni riguardanti il deterioramento della sicurezza nel Paese. Gli esperti ritengono che tale assistenza includerà la fornitura di attrezzature e l’invio di personale. L’aumento dell’aiuto statunitense all’Ecuador è un segnale dell’urgenza con cui l’amministrazione americana sta trattando la situazione ecuadoriana, dove la criminalità organizzata sta creando un clima di terrore tra la popolazione. L’Ecuador, precedentemente noto come “l’isola di pace” nella regione, è posizionato tra Perù e Colombia, due dei maggiori produttori di cocaina al mondo. La sua posizione geografica ne fa un punto nevralgico per il transito di droghe verso i mercati statunitensi ed europei. Inoltre, la sua economia ancorata al dollaro lo rende attraente per il riciclaggio di denaro da parte dei trafficanti. Esperti avvertono inoltre che i gruppi criminali ecuadoregni sono collegati a una più vasta rete criminale, inclusi i cartelli messicani come quello di Sinaloa, complicando gli sforzi del presidente ecuadoregno Daniel Noboa di combattere il crimine sul suo territorio.
All’inizio di gennaio, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha incaricato Christopher Dodd, consigliere speciale per le Americhe, e Laura Richardson, comandante del Comando Meridionale degli USA, di visitare l’Ecuador per valutare la situazione e riferire. Dopo questa visita, la Casa Bianca ha annunciato che gli USA forniranno all’Ecuador 20mila giubbotti antiproiettile e oltre un milione di dollari in attrezzature essenziali per la sicurezza e le emergenze, tra cui ambulanze e veicoli logistici. Sono previste riunioni regolari guidate dalla viceconsigliera per la Sicurezza nazionale, Jen Daskal, per sviluppare una strategia d’azione.
Oltre al supporto materiale, l’amministrazione americana si sta focalizzando anche sul rafforzamento dell’economia ecuadoriana. Il presidente Noboa ha espresso la sua disponibilità a ricevere la cooperazione statunitense, sottolineando la necessità di attrezzature, armi e informazioni, e considerando la questione come un problema globale. Gli analisti sottolineano che la situazione in Ecuador è preoccupante non solo per il partenariato con gli USA, ma anche perché la violenza potrebbe provocare un aumento dell’emigrazione verso il confine meridionale degli Stati Uniti. Il funzionario americano ha sottolineato che la sfida non è solo migratoria, ma è legata alle difficoltà economiche post-pandemiche della regione. La crescente insicurezza e la mancanza di opportunità stanno spingendo le famiglie a lasciare l’Ecuador. Infatti la polizia di confine americana ha fermato oltre 13mila migranti ecuadoregni al confine sud degli Stati Uniti solo nel novembre scorso.
La situazione della sicurezza in Ecuador è critica e si è deteriorata rapidamente, sorprendendo i residenti del Paese, un tempo abituati a una relativa sicurezza e a istituzioni funzionanti, sebbene spesso corrotte. In realtà l’incremento del tasso di omicidi in Ecuador, che è cresciuto di otto volte negli ultimi otto anni, con un quasi raddoppio nell’ultimo anno a più di 8mila omicidi, ha portato il Paese a un tasso di 46,5 omicidi su 100mila abitanti, uno dei più elevati della regione. Similmente, il numero di omicidi nelle carceri è quasi raddoppiato, superando i 400 nell’ultimo anno.
La crisi in Ecuador era quasi tragicamente inevitabile. La posizione geografica del Paese, come si è detto tra due dei maggiori produttori di cocaina del Sud America, e la sua storia di sottofinanziamento delle forze di sicurezza, nonostante i livelli relativamente bassi di violenza, hanno creato un terreno fertile per l’escalation attuale.
L’omicidio nel 2020 del leader dei Choneros, Jorge Zambrano Gonzalez, noto come “Rasquiña”, e la successiva competizione tra bande per il controllo delle rotte del narcotraffico hanno segnato una nuova fase di violenza. In questo contesto di crescente violenza, l’elezione di Daniel Noboa, 36 anni, il 25 novembre 2023, è stata ironicamente influenzata tanto dalle preoccupazioni dei conservatori e dei moderati per il possibile ritorno dell’ex presidente populista di sinistra Rafael Correa, quanto dalla violenza stessa. Noboa, figlio di uno dei più ricchi imprenditori dell’Ecuador, rappresenta la rinascita dell’élite d’affari tradizionale del Paese basata a Guayaquil. Il governo Noboa, nonostante le sfide, ha l’opportunità di combattere efficacemente la minaccia delle bande nel breve termine, ma dovrà affronterà le stesse sfide a lungo termine di altri Stati profondamente penetrati da gruppi ed economie illecite.
Secondo numerosi analisti americani l’Ecuador non crollerà sotto l’attuale ondata di criminalità, ma arriverà alle elezioni nazionali del 2025 profondamente diviso sulla questione della lotta imminente. Tuttavia, la realtà storica molto spesso ha preso direzione assolutamente imprevedibili, scardinando qualunque scenario preventivato e ipotizzato dagli studiosi di politiche internazionali e di scienze strategiche.
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