Taglio dei consumi di elettricità (-5% nelle ore di punta, -10% in un mese) e tassa di solidarietà del 33% sugli extraprofitti delle imprese energetiche. Il tetto al prezzo del gas? Per ora, come da sei mesi a questa parte, non se ne fa niente. È quanto prevede il piano della Commissione europea per risparmiare energia che scatterà ad ottobre e sarà vincolante per i governi. Misure necessarie e sufficienti per affrontare l’emergenza? “Più che misure sufficienti e necessarie – risponde Alberto Clò, già ministro dell’Industria nel governo Dini e dal 1984 direttore della rivista Energia, fondata con Prodi nel 1980 – mi sembrano incomprensibili”.
Perché?
Non riesco proprio a capire, tecnicamente, come si possa rendere possibile l’interruzione dell’erogazione dell’elettricità per alcune ore, e poi nelle ore di punta. Come avviene? Chi decide? Che cosa si taglia? Se fossi un consumatore mi chiederei: a che ora mi tolgono l’energia elettrica? E che succede, per esempio, ai frigoriferi? Sul cielo di Bruxelles vedo una grande nebbia. Ogni giorno ne inventano una e il giorno dopo si dimenticano di quello che hanno detto il giorno prima.
Che nella Ue ci sia un po’ di confusione e di incertezza lo dimostra anche la vicenda del tetto al prezzo del gas, l’ormai famoso price cap. Draghi e l’Italia lo caldeggiano da tempo, adesso per la Ue non è urgente e forse inutile. Abbiamo perso sei mesi a parlare del nulla?
Ma certo. Anche perché dopo mesi e mesi non si sa ancora in cosa consiste, è un tema molto complesso, richiede che tutti i 27 paesi Ue siano d’accordo. E poi: a che livello viene fissato questo price cap? È uno sconto che diamo gentilmente al nostro venditore?
Ma il price cap sarebbe utile?
La telenovela, simile a Un posto al sole, del price cap credo che sia una cosa negativa. Se io impongo un prezzo tagliato e la Russia non lo accetta?
Che succede?
Putin lo ha detto chiaramente: se mettete il price cap, disattendendo i contratti stipulati, io azzero i flussi dalla Russia.
Perché la Germania non lo vuole?
Solo 15 paesi Ue vogliono il price cap, gli altri 12 no. E la Germania ha ridotto i suoi consumi di gas molto più di noi.
Per mantenere il prezzo del gas basso c’è chi suggerisce di applicare il price cap a tutti i fornitori.
Ma come si fa solo a pensarlo? Stiamo chiedendo ad altri Paesi, come l’Algeria, di stipulare contratti a lungo termine e poi con quale credibilità possiamo imporre in corso d’opera un price cap? Sarebbe una grave dimostrazione di inaffidabilità. E alla fine il gas sarebbe venduto solo là dove non esistono tetti di pezzo.
Secondo alcuni, la soluzione per mettere la briglia ai rincari del gas sarebbe uscire dal mercato Ttf di Amsterdam. È così?
In questo modo non faremmo altro che prendercela con il termometro.
Che cosa intende dire?
Se il termometro segna una temperatura corporea di 40 gradi, è il segno evidente che si ha la febbre. Ma non si butta il termometro perché non ci piace avere la febbre.
Fuor di metafora?
Il Ttf di Amsterdam è un termometro che riflette i fondamentali e gli andamenti del mercato del gas. Il problema alla base è questo: se ci fosse disponibilità di gas, il Ttf chissà dove precipiterebbe. È inutile prendersela con i mercati. È colpa nostra, la crisi dei prezzi è iniziata nella seconda metà del 2021, ben prima della guerra in Ucraina.
Che cosa l’ha scatenata?
L’aumento della domanda di gas non trovava offerta adeguata. E questo perché le imprese petrolifere negli ultimi anni avevano smesso di investire. È una crisi strutturale che andrà al di là della guerra, quando sarà finita. Bisogna ricostituire gli equilibri del mercato, riprendendo gli investimenti.
Veniamo all’Italia. Il Mite ha appena varato il Piano di contenimento dei consumi di gas. Che cosa ne pensa?
Quel piano prevede un taglio di 8,2 miliardi di metri cubi di gas, di cui una buona parte dovrebbe essere coperta dall’aumento delle fonti rinnovabili, ma con una cifra a mio avviso impossibile da raggiungere. Sarebbe già molto raggiungere la metà.
Il ministro Cingolani ha più volte ribadito che l’Italia non avrà problemi. Il prossimo inverno non sarà così duro per le famiglie italiane?
In questi mesi il governo ha sparso troppo ottimismo, facendoci credere che stiamo meglio rispetto ad altri paesi, come fosse in atto una gara. E poi alla fine ci ritroviamo a dare i buoni consigli della mamma: mettere i maglioni, fare docce brevi e magari insieme… La realtà è diversa.
Che cosa ci aspetta?
Checché ne dica il ministro Cingolani, non si può escludere che se l’inverno fosse particolarmente rigido e se la Russia dovesse interrompere le forniture, potremmo trovarci in seri guai.
E’ vero però che gli stoccaggi sono all’83% e abbiamo trovato nuovi approvvigionamenti di gas…
Sì, cose positive ne sono state fatte, come per esempio l’aver ridotto, e di molto, la dipendenza dal gas russo: a livello Ue siamo scesi dal 40% al 9% e anche in Italia abbiamo sostituito in gran parte il gas di Mosca. Però di per sé la percentuale di riempimento degli stoccaggi dice poco: si tratta di vedere se le scorte saranno in grado di coprire la domanda di punta.
Gli italiani sono invitati ad accendere più tardi i termosifoni e a tenere le temperature abbassate di un grado. Funzionerà?
La riduzione volontaria dei consumi diventerà ben presto cogente a causa dei rincari delle bollette. Per ridurre i consumi bisogna fare delle vere e proprie campagne d’informazione battente, a tappeto. Meno talk show e più informazioni.
Gli aiuti contro il caro bollette?
Il governo finora ha già destinato 50 miliardi, ma dovrà mettere nuove risorse. Ma non si possono garantire ristori a tutti, indipendentemente dal reddito: bisogna differenziare fra chi può permettersi di pagare e chi no. La bolletta incide del 20% in più sui redditi medi delle famiglie, ma per i nuclei famigliari medio-bassi l’incidenza è arrivata anche al 30-40%. Con un’avvertenza: se si abbassano i prezzi, implicitamente i consumi tenderanno ad aumentare, ma così si aumenta l’importazione di gas. Quindi, piuttosto che sussidiare i consumi, meglio sussidiare i risparmi.
In che modo?
Se una famiglia dimostra che ha consumato meno gas rispetto all’anno scorso, riceve un bonus. Lo stanno già facendo in altri paesi.
Avremo ancora rincari folli del gas e bollette stellari?
Negli ultimi giorni i prezzi del gas sono un po’ calati. Se andava avanti ancora un po’ la questione del price cap, sarebbero invece aumentati nel timore che la Russia chiudesse i rifornimenti.
E per le imprese? C’è un rischio deindustrializzazione?
Non c’è un rischio, è quello che sta già accadendo. Da inizio anno abbiamo avuto una riduzione dei consumi di gas del 5% nel residenziale, ma del 10% nell’industria.
Un’ultima domanda: le sanzioni in campo energetico contro la Russia stanno dando dei risultati?
Le sanzioni colpiscono duramente la Russia sul versante del commercio e del trasferimento di tecnologie e l’economia russa sta andando male, ma meno peggio di come era lecito attendersi. Sull’energia, invece, le minori quantità di energia esportate sono più che compensate dagli aumenti del prezzo: la Russia qui ci sta guadagnando ancora.
(Marco Biscella)
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