È un brusco risveglio quello che il dati del Pil impongono al governo: -12,4% rispetto al primo trimestre e -17,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. “È solo un antipasto della tragedia economica che arriva in autunno” dice al Sussidiario Mauro Suttora, giornalista, già corrispondente Usa per numerose testate italiane ed estere. La crisi economica e le regionali saranno uno tsunami per il governo, e Conte potrebbe essere tentato, per salvarsi, di giocare d’anticipo proponendo a Mattarella un rimpasto. Servirà? Non è detto. A quel punto per scongiurare il voto ci sarebbe solo un’ultima chance: “fare un altro governo con la stessa maggioranza, ma cambiando il premier. Però potrebbe non bastare”. Nel frattempo, con l’autorizzazione a procedere nei confronti di Matteo Salvini, la maggioranza crede di avere ottenuto una vittoria, invece è una sconfitta, secondo Suttora.



Salvini è spacciato?

No, anzi. Gli hanno fatto una pubblicità insperata.

Dovrà comparire in Procura a Palermo. Inizierà la trafila giudiziaria.

Sì, certo. Ma sono convinto che sia doppiamente fortunato. Non solo perché la maggioranza ha riaperto il suo campo di battaglia preferito, ma perché gli sbarchi sono di nuovo un’emergenza. 



Dunque è destinato a guadagnare consensi?

Io credo di sì. C’è una polarizzazione all’americana dell’elettorato. Ai leader di destra e sinistra non interessa convincere quelli che stanno al centro, i moderati, devono soprattutto mobilitare le proprie truppe in modo da convincere gli astenuti del proprio campo ad andare a votare. Chi riesce a convincere anche solo il 5 per cento dei propri elettori potenziali, vince le elezioni.

Non eravamo un sistema a tre poli? Non guardano tutti al centro?

Ormai prevalgono gli estremisti, a destra come a sinistra. Il terzo polo dei grillini è lacerato: Di Battista e l’ex M5s Paragone sono sovranisti e populisti, quindi di destra, mentre Grillo e Fico si aggrappano al Pd.



Quindi secondo te nel caso di Salvini il fattore consenso si imporrà su quello processuale.

Facciamo l’ipotesi peggiore: che sia condannato in primo grado, secondo grado e Cassazione, e gli succeda di essere cacciato dal Senato come fu per Berlusconi. 

In questo caso?

Sarebbe la sua apoteosi. Ci ricorda qualcosa la vicenda di Berlusconi dopo le rivelazioni del giudice di Cassazione?

Sdoganato a tutto campo. È più forte di prima.

Appunto.

L’ex ministro Giovanni Tria ha detto che la decisione era collegiale.

Ma certo, nessuno nel governo obiettò. E comunque sono decisioni politiche in cui i magistrati non devono assolutamente entrare.

È il Parlamento che ha votato l’autorizzazione a procedere.

Infatti. Proprio per questo io l’avrei negata. I senatori avrebbero dovuto difendere l’autonomia della politica rispetto alla magistratura. Ripeto, a Salvini è stata apparecchiata una torta. E poi: viene mandato a processo nel giorno in cui vengono trovati positivi 129 migranti in un centro di accoglienza nel trevigiano? Siamo a posto.

I giornali hanno ritratto un Salvini deluso, quasi si aspettasse di avere da Renzi un aiuto che non è arrivato. 

Può darsi. Anche perché non si capisce che cosa è cambiato dalla Commissione all’Aula in questi mesi. Non c’è alcun fatto nuovo: o Renzi aveva ragione prima (in Commissione Iv votò no al processo, ndr) o ha ragione adesso, non può aver ragione entrambe le volte. 

Come commenti invece la linea di M5s? 

È puro trasformismo. Durante il governo giallo-verde tiravano dalla parte del buonismo, giocando a quelli che moderavano Salvini. Adesso fanno i cattivisti con i buonisti del Pd. Durante il Conte 1 c’era il famigerato “inferno libico”: adesso non c’è più? Sicuramente c’è chi viene dalla Tunisia con zainetto e barboncino.

Sul Mes cosa faranno?

A settembre-ottobre, quando non ci saranno più i soldi per pagare stipendi e pensioni, il Mes verrà votato in due ore e nessuno nei 5 Stelle dirà nulla. Sarà, temo, una situazione come quella delle ultime settimane di Berlusconi nel 2011, prima dell’arrivo di Monti.

I Cinquestelle sono contrari. Come ne usciranno?

Rinviando il dibattito sul Mes a dopo le regionali. Cambieranno idea. Lo stesso Speranza, nemico dei cosiddetti poteri forti e della troika, non vede l’ora di disporre di quei soldi, che obiettivamente ci servono.

Ci servono, ma dovremo restituirli.

Quello è un altro capitolo. Per dirne una: con l’arrivo dell’influenza in autunno dovremo decuplicare i tamponi, ci vorranno operazioni di screening su vasta scala. Come fare per sapere se i 38 gradi di febbre degli italiani sono Covid o normale influenza? Chi farà questi tamponi? Ancora: il Policlinico di Milano attende l’ammodernamento da vent’anni.

Dunque il governo non è pronto?

Non pare. Passa il tempo a discutere di quali banchi comprare per le scuole.

Nella lunga partita a scacchi per le presidenze delle commissioni, Forza Italia ha aiutato il governo. Sembra che all’interno sia guerra per bande.

Di certo dipende da quello che dice Berlusconi. L’appoggio esterno arriverà al momento del Mes. Lo abbiamo già visto in settimana, con il sì al prolungamento dello stato di emergenza. Le assenze di una trentina di forzisti sono state strategiche.

Il governo è all’altezza dello stato di emergenza o potrebbe venire soverchiato dagli avvenimenti?

Non è all’altezza nemmeno dell’ordinaria amministrazione, basti il fatto che l’Azzolina è ancora al governo. Quella dell’emergenza sarà una parentesi utile per “sburocratizzare” – cioè buttare soldi in banchi scolastici e altro senza gare d’appalto – o per intervenire ancora sulle attività economiche, vedi la chiusura delle fiere.

A proposito di Azzolina. Le voci di un possibile rimpasto non sono morte del tutto. Lo escludi?

Al contrario. Potrebbe essere un modo furbo di Conte per prevenire una crisi vera e quindi un suo esautoramento. Alle regionali del 20 settembre M5s e Pd potrebbero prendere una tale batosta che la situazione sarà insostenibile. Meglio anticipare le mosse.

Intanto il Pil ha fatto segnare la peggior contrazione di sempre: -12,4% nel secondo trimestre.

È solo un antipasto della tragedia economica che arriva in autunno. La gestione dell’economia è stata disastrosa. Se un datore di lavoro con due dipendenti incassa il 30 per cento in meno, non può licenziare fino al 31 dicembre. È sbagliato: bisogna proteggere il lavoratore, non il posto di lavoro.

Come?

Permettendo i licenziamenti, ma  varando contemporaneamente sussidi di disoccupazione seri. In certi Stati degli Usa chi guadagnava 3mila dollari ha un sussidio di disoccupazione di 2.500, non di 1.200. I questo modo si alimentano i consumi e si mantiene attivo il mercato del lavoro. Non si possono legare i dipendenti a posti di lavoro che non ci sono più, come stanno facendo Gualtieri e Conte. 

Dopotutto, per restare in sella il governo Conte 2 e la maggioranza che lo sostiene devono solo raggiungere l’agognato inizio del semestre bianco, 1° agosto 2021. 

Non so se ci arrivano. Sicuramente, per scongiurare il voto la prima mossa è quella di fare un altro governo con la stessa maggioranza, ma cambiando il premier. Però potrebbe non bastare. 

(Federico Ferraù)