I documenti ottenuti dalla rivista di giornalismo investigativo americano The Intercept attestano che le condizioni politiche create dall’invasione americana dell’Iraq e dalla rimozione di Saddam Hussein hanno creato un’opportunità per la Repubblica islamica dell’Iran e le sue élite irachene che hanno saputo approfittare di questa situazione di instabilità determinata dalla guerra.



Un vincitore emerge chiaramente dalle centinaia di pagine di documenti classificati: l’Iran. I rapporti sull’intelligence iraniana trapelati espongono oggi la vasta rete di influenza di Teheran in Iraq. Infatti l’Iran gode di un accesso privilegiato al sistema politico e all’economia irachena, mentre gli Stati Uniti sono stati ridotti a un attore minore. Molte delle élite politiche irachene sono strette alleate dell’Iran.



Infatti i funzionari iraniani erano stati regolarmente coinvolti nella promozione di politici iracheni favoriti a ruoli importanti nel governo iracheno per proteggere gli interessi economici e politici dell’Iran. Un rapporto classificato del 2014 contenuto nei documenti desecretati descriveva l’allora primo ministro iracheno Adil Abdul-Mahdi come un politico che ha una “relazione speciale” con l’Iran e indicava un elenco di altri membri del gabinetto iracheno vicini alla Repubblica islamica, spesso persone che avevano trascorso anni esiliati in Iran. I documenti discutono di come queste strette relazioni abbiano giovato all’Iran, anche facendo in modo che i funzionari iracheni dessero l’accesso allo spazio aereo iracheno e agli snodi di trasporto vitale con i loro alleati in Siria.



Nei documenti, i funzionari iraniani hanno documentato il loro lavoro per consolidare gli interessi commerciali e di sicurezza in Iraq: in particolare hanno ottenuto contratti di petrolio e sviluppo nelle regioni curde settentrionali e progetti di purificazione dell’acqua nel sud, appalti, questi, vinti con l’aiuto di una bustarella da 16 milioni di dollari pagata a un membro del Parlamento iracheno, secondo uno dei documenti.

I documenti mostrano anche come gli ex funzionari militari iracheni, compresi gli individui addestrati o sostenuti dagli Stati Uniti durante l’occupazione, fossero collaboratori del servizio dell’intelligence iraniana. I documenti dell’archivio del ministero dell’Intelligence e della Sicurezza forniscono principalmente rapporti individuali su conversazioni e attività di intelligence svolte da agenti iraniani all’interno dell’Iraq. Tuttavia, nel complesso, descrivono l’influenza politica, di sicurezza e persino culturale dell’Iran sulla società irachena nel vuoto lasciato dall’invasione degli Stati Uniti. Questa immagine dell’ascesa iraniana non si riflette solo nei documenti di intelligence di quel Paese. Un massiccio studio in due volumi pubblicato nel 2019 dall’US Army War College è giunto a una conclusione simile, affermando che “un Iran incoraggiato ed espansionista sembra essere l’unico vincitore” del conflitto.

Lo studio è lo sguardo più completo dei costi e delle conseguenze della guerra. Alcuni di questi costi sono evidenti e ben noti: migliaia di americani sono stati uccisi in combattimento dopo una missione mal definita per trovare armi di distruzione di massa, missione che poi si è trasformata in una campagna di contro-insurrezione e una guerra civile. Ma sebbene la maggior parte dell’onere della guerra fosse a carico del numero relativamente piccolo di americani che hanno preso parte direttamente, la guerra ha avuto impatti più ampi sulla società americana che continuano a farsi sentire oggi.

L’emergere del gruppo estremista islamista sunnita Isis, di cui i documenti di intelligence iraniani discutono a lungo, è stato di per sé il prodotto del caos dell’Iraq post-invasione.

Oggi l’Iran rimane il giocatore esterno più potente all’interno dell’Iraq. Infatti ha incorporato la maggioranza sciita nella sfera di influenza dell’Iran. Nonostante la relativa pace a seguito della sconfitta dell’Isis, oggi l’Iraq rimane una polveriera con disoccupazione diffusa, degrado ambientale e povertà e suoi funzionari al potere vengono denunciati come cleptocrati e marionette di Paesi stranieri.

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