La crisi economica che sta affamando e distruggendo il Libano è tale che nei soli mesi di luglio e settembre scorsi ci sono stati ben 21 tentativi di traversata marittima in direzione di Cipro rispetto ai 17 dell’intero 2019. L’aumento dell’inflazione, il crollo della sterlina libanese e la carenza di beni essenziali come medicinali e carburanti hanno decimato i mezzi di sussistenza delle persone, mentre crescono i casi di Covid-19.



I tassi di povertà sono aumentati vertiginosamente e si stima che altri 650.000 bambini libanesi siano stati spinti nelle condizioni di povertà negli ultimi sei mesi. Ed è così che anche il Libano si trova coinvolto nel traffico di migranti che si ammassano adesso al confine tra Bielorussia e Polonia.

“Le autorità hanno vietato i voli per l’Ucraina” ci ha detto Camille Eidgiornalista libanese residente in Italia e collaboratore di Avvenire, “perché si imbarcavano molti profughi siriani e iracheni che poi si dirigevano in Bielorussia. Non escludo ci siano anche profughi libanesi”. L’Unione europea si è mossa nella direzione di spingere Emirati arabi e Libano a mettere in atto misure per fermare i viaggi diretti a Minsk. 



L’Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, ha annunciato misure per colpire compagnie aeree, agenzie di viaggio e chiunque sia coinvolto nella spinta all’immigrazione verso la Bielorussia. La domanda che resta aperta è: chi paga a questi poverissimi migranti i viaggi aerei?

A sorpresa, anche il Libano risulta coinvolto nel traffico di migranti che si dirigono in Bielorussia per poi cercare di entrare in Polonia. Che cosa si sa di questo esodo?

Sì, risulta che anche diversi libanesi si siano diretti in Bielorussia, anche se la maggioranza di quei profughi ammassati ai confini sono iracheni e siriani. E’ una notizia che comunque in Libano non ha avuto una grossa risonanza rispetto ai drammatici problemi che attanagliano il paese. Sappiamo che l’Iraq ha mandato in questi giorni un aereo a Beirut per favorire il rientro volontario di coloro che volevano recarsi in Ucraina, perché da qui partivano voli diretti essenzialmente a Kiev ed è per questo che il governo libanese ha imposto restrizioni sui voli diretti in Ucraina.



Andavano in Ucraina per poi raggiungere la Bielorussia?

Sì, in sostanza è stata aperta una nuova rotta dei migranti dopo quella balcanica.

Ma in Libano ci sono persone che speculano su questi viaggi?

Non saprei dirlo, il fatto è che negli ultimi mesi tantissimi libanesi stanno cercando di fuggire in ogni modo possibile, tale è la disperazione che si vive nel paese. Che anche i libanesi adesso facciano parte della realtà dei migranti per noi è una novità assoluta. Ci sono stati diversi casi, come quello di una famiglia che era partita addirittura su una piccola barca diretta a Cipro, ma sono purtroppo annegati in mare. Tutti vogliono andare là, perché è già Europa. Siamo arrivati a un punto tale che si preferisce rischiare di morire annegati piuttosto che vivere in Libano. Ogni giorno ci sono circa 10mila libanesi che cercano di fuggire dal paese.

Dal punto di vista politico c’è qualche novità rispetto alla crisi?

Il Parlamento sta litigando per fissare la data delle elezioni, che dovevano tenersi il 27 marzo, ma alcuni gruppi politici fanno pressione per spostarle a maggio. In ogni caso si svolgeranno sicuramente in primavera, tra marzo e il 6 maggio. Non sono però molto fiducioso sul risultato, perché ci sono almeno 200mila persone infuriate con il governo e i loro voti potrebbero essere fatti propri da quei partiti che vogliono portare il paese nel caos assoluto.

(Paolo Vites)

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