Se la Libia è oggi qualcosa di molto lontano dal concetto di nazione e da tempo è il teatro di una guerra per procura che fatica a trovare fine, molto lo si deve all’iniziativa della Francia, che sulla spinta di Nicolas Sarkozy, in uno sciagurato 2011, decise di bombardare la “quarta sponda” d’Italia allo scopo di rovesciare Gheddafi senza neanche attendere il via libera dall’Onu. Curioso, però, che il più grande sponsor di quell’atto di guerra, culminata con l’uccisione del rais e il via libera al caos generato dal “regime change”, fosse proprio il presidente che secondo gli organi inquirenti francesi, nella sua corsa all’Eliseo, avrebbe beneficiato proprio dei soldi libici. Lo scrive il quotidiano Le Monde: “Da sei anni la giustizia indaga su eventuali versamenti da parte del clan di Gheddafi per la campagna presidenziale di Nicolas Sarkozy nel 2007. Tra le affermazioni di persone vicine all’ex dittatore e le smentite dei sarkozysti”.
CAOS LIBIA: E SE FOSSE TUTTA COLPA DI SARKOZY?
A pochi giorni dalla Conferenza di Berlino che ha come obiettivo primario quello di trovare un accordo duraturo tra la fazione di Fayez al-Sarraj e di Khalifa Haftar, il quotidiano francese dedica un lungo articolo all’inchiesta sui rapporti tra l’ex presidente Sarkozy e Gheddafi. Questa vicenda lo scorso anno valse al marito di Carla Bruni un provvedimento di fermo. Seif el Islam, figlio prediletto di Gheddafi, era stato il primo a parlare dei fondi per la campagna elettorale di Sarkozy, lasciando intendere che il francese fosse in debito col padre. Tesi, quest’ultima, confermata da ex capi dell’intelligence libica come Abdallah Senoussi e primi ministri decaduti. Doveva pensarla così lo stesso rais, che nell’ultima intervista concessa ad un quotidiano italiano, interrogato su cosa pensasse di “Sarkò”, rispose che il presidente francese aveva “un problema di disordine mentale”. Diversi anni dopo, alla luce della situazione in Libia, torna d’attualità la domanda sulle cause che spinsero l’Occidente a rovesciare Gheddafi. Dietro l’illusione delle primavere arabe si celava in realtà la volontà di uno, in questo caso Sarkozy, di mettere a tacere per sempre un testimone scomodo?
CAOS LIBIA: LE IPOTESI SUI RAPPORTI GHEDDAFI-SARKOZY
È ormai accertato che il denaro del regime di Gheddafi è passato in abbondanza tra la Libia e la Francia in quegli anni per approdare in particolare nelle tasche di alcune persone dell’entourage di Nicolas Sarkozy. Il sito Mediapart ha recentemente rivelato che Thierry Gaubert, un intermediario da tempo vicino a Nicolas Sarkozy, ha ricevuto un trasferimento di 440.000 euro nel febbraio 2006 dal franco libanese Ziad Takieddine, il principale accusatore, sostenuto lui stesso dal denaro libico. È anche documentato che nel 2005 molti interessi convergenti, sia economici che geopolitici, hanno portato Muammar Gheddafi e Nicolas Sarkozy ad avvicinarsi, come dimostra l’accoglienza del leader libico a Parigi nel dicembre 2007. Infine, scrive Le Monde, è certo che denaro contante, la cui origine non è stata ancora identificata, si è aggiunto al costo della campagna di Nicolas Sarkozy. Allora, cosa pensare? Che a beneficiare dell’idillio franco-libico sia stato solo un manipolo di affaristi vicini a Sarkò? O che gli ex affiliati al regime di Gheddafi vogliano vendicare l’uccisione del rais infangando Sarkozy? Molte prove suggeriscono che le indagini debbano proseguire per risalire alla realtà sui rapporti tra i due ex leader. Lo richiede non tanto la memoria di Gheddafi, quanto la storia.