Le truppe di Khalifa Haftar si stanno spostando verso Ghadames, l’oasi vicina al confine con Algeria e Tunisia, riaccendendo il pericolo di una nuova guerra intestina in Libia. Non è detto, però, spiega Vincenzo Giallongo, generale dei Carabinieri in congedo con all’attivo missioni in Iraq, Albania, Kuwait e Kosovo, che il leader della Cirenaica voglia tornare a puntare, come alcuni dicono, verso Tripoli. L’obiettivo, che sta perseguendo insieme agli alleati russi, potrebbe essere più contenuto: accaparrarsi l’aeroporto che si trova nella zona dell’oasi. Lo utilizzerebbe come punto di appoggio per sé stesso e per Mosca, che farebbe così della Libia sempre più il suo hub per muoversi verso l’Africa subsahariana, dove ha già molti governi amici. I soldati guidati dal figlio del generale Haftar, Saddam, potrebbero arrivare a controllare il confine con Algeria e Tunisia, dopo aver già preso il controllo di quello dell’Egitto a est. In questo modo cingerebbero in una sorta di “assedio” Tripoli, dove ha sede il governo di Dbeibah, sostenuto dalla comunità internazionale, dai turchi e grande rivale del leader della Cirenaica.



Perché Haftar sta muovendo le sue truppe?

La sua zona di potere nel Paese si è consolidata, ma non credo che abbia interesse a far scoppiare incidenti. La Russia, con i soldati della ex Wagner, gli sta dando una mano. Non penso, però, che tutto ciò possa preludere a un attacco a Tripoli. Nei primi giorni di aprile c’erano già state voci di movimenti verso la capitale da parte di Haftar, ma poi non è successo nulla.



Difficile, insomma, capire quali siano le vere intenzioni?

Chi comanda le truppe di Haftar sono i due figli, Saddam e Khaled; il primo, in particolare, è molto istintivo: due giorni fa voleva chiudere i pozzi petroliferi per fare uno sgarbo alla Spagna, che li controlla in parte con la Repsol, poi si è accorto che il 40% degli introiti gli arriva da lì e ha fatto marcia indietro. Haftar potrebbe avere interesse a prendere l’aeroporto vicino a Ghadames, per rafforzare i suoi contatti e permettere ai russi di muoversi in maniera ancora più libera: Mosca potrebbe usarlo per spostarsi verso la Mauritania e gli altri Paesi dell’area che le interessano.



Da lì si proseguirà verso altre conquiste?

Ho i miei dubbi che Haftar voglia andare a uno scontro con il governo riconosciuto libico. In questo momento gli occidentali non hanno grande interesse alla Libia, perché ritengono che la sua instabilità sia abbastanza stabile da permettere a ognuno di coltivare i propri interessi. Ma se ci fosse un’escalation, potrebbero intervenire.

Ci sono contenziosi con Algeria e Tunisia che potrebbero spiegare un’azione del genere, visto che siamo a ridosso del confine?

No; se ci sono movimenti, è solo per rafforzare le posizioni di Haftar e dei russi. L’esercito ufficiale libico, quello che fa riferimento al governo di Tripoli, è appoggiato dai turchi, che cercano di compensare la presenza dei russi: credo che questi movimenti siano stati messi in atto per intimorire i rivali.

Il governo di Tripoli, pur riconosciuto dalla comunità internazionale, in realtà controlla la città dove ha sede e non molto di più: l’acquisizione dell’aeroporto potrebbe essere interpretata da Dbeibah come uno sgarbo e causare qualche attrito?

Siamo in un Paese in cui l’incertezza regna sovrana, ci sono anche milizie islamiche che non stanno né con l’uno né con l’altro dei due maggiori contendenti, milizie alle quali, tra l’altro, l’Italia si è rivolta per rallentare il flusso dei migranti. Ripeto, l’unica cosa che potrebbe interessare ad Haftar è l’aeroporto. Sarebbe, comunque, la conferma che la Libia sta diventando sempre di più l’hub della Russia in Africa: la parte di territorio in mano ad Haftar diventerà filorussa.

Già ora gli uomini e le risorse russe destinate al Sahara passano da lì.

Esatto, i russi hanno già il controllo di altri aeroporti; se dovessero controllare anche questo, potrebbero espandere ancora i loro interessi. Ritengo che non punteranno su Tripoli e che non si arriverà a un ulteriore scontro. Il mio parere personale, comunque, è che in generale non arriveranno a nulla. Penso che si tratti di un’azione dimostrativa di Haftar, che vuole presentarsi come l’uomo forte della Libia. L’aeroporto, possibile obiettivo dell’azione, non è difeso: a differenza del leader della Tripolitania, il governo ufficiale ha solo qualche sparuto battaglione di soldati locali, un contingente turco e, sparse qua e là, compagnie americane e francesi: Haftar è molto più attrezzato.

L’assalto a Tripoli da parte di Haftar, almeno per ora, non ci sarà?

Non credo che si getti in un conflitto bruciando tutto quello che sta costruendo anche con gli occidentali: dall’Europa riceve finanziamenti. Il vero pericolo è che la Libia si confermi ancora di più come hub dei russi, che si stanno posizionando sempre meglio sfruttando l’inattività dell’Occidente. Certo è che, conquistando Ghadames, Haftar in qualche modo accerchierebbe Tripoli, facendo sentire ancora di più la sua pressione sul governo centrale.

(Paolo Rossetti)

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