Renzi che dal palco della Leopolda esorta Fuortes a dare a Conte almeno Rai Gulp; Spadafora (suo ex ministro) che dice di Conte “troppi errori, è un leader debole che silenzia il dissenso”. L’ex premier è in crisi e ha scoperto che guidare i 5 Stelle è più difficile che stare a palazzo Chigi.

Ma il vero buco nero dello scenario politico saranno i voti pentastellati quando si tratterà di eleggere il successore di Mattarella. Nel Pd lo hanno capito e stanno affondando il colpo: Conte ha fallito, forse Di Maio farà meglio di lui. Il commento a bruciapelo di Mauro Suttora, opinionista di HuffPost, già inviato di Europeo e Oggi.



Conte appare in difficoltà. Quanto durerà?

I grillini gli esploderanno in mano a gennaio, quando si voterà sul Quirinale. Già oggi più di cento eletti, sui 300 entrati in parlamento nel 2018, non lo seguono più. E fra due mesi quelli che obbediranno alle sue indicazioni per il successore di Mattarella saranno ancora meno.



Spadafora è stato durissimo con Conte: “Sulla Rai ha sbagliato tutto”, ha detto. Che errori ha fatto?

Non si può lottizzare per anni, incassare direttori – Carboni al Tg1, Di Mare a Rai3 – e poi lamentarsi se in una lottizzazione prendi meno posti. Soprattutto se sei un movimento nato proprio per eliminare la lottizzazione dei giornalisti Rai. È come se un rapinatore protestasse perché i complici gli danno meno della sua parte di refurtiva.

Sempre Spadafora lo ha accusato di silenziare il dissenso interno. Di chi parliamo?

Dei dimaiani e dei movimentisti, due delle tre correnti in cui sono divisi i grillini. I contiani decidono tutto da soli, anche l’annuncio del boicottaggio contro la Rai è stato dato senza discuterne prima con gli altri. Ma il vero dramma, per loro, è che stiamo commentando le parole di Spadafora: uno che fra i grillini non ha mai contato niente.



Si dice che Di Maio sulla Rai abbia fatto una trattativa personale. In ogni caso senza ottenere grandi risultati. Cosa puoi dirci in proposito?

Non lo so, ma visti i risultati il Pd ha messo nel sacco sia Conte che Di Maio.

Il ministro degli Esteri che obiettivo ha? Prendere la guida di M5s dopo avere logorato Conte?

Sì, come ha già fatto con Di Battista. Sì è creato la sua corrente, è bravo, giovane, lingua sciolta, cervello fino. Occupa da due anni la poltrona più prestigiosa del governo dopo quella del premier, ha fatto inversione a U rispetto al populismo e terzomondismo grillino. Quasi non si crede che ancora nel 2019 tifasse per i gilet gialli che mettevano a ferro e fuoco Parigi contro Macron. È stato lui a inventare Conte, proponendolo prima ministro e poi premier. Ma Conte se l’è dimenticato, non gli è riconoscente. Il potere gli ha dato alla testa.

A chi risponderanno i voti dei 5 Stelle quando si tratterà di eleggere il presidente della Repubblica?

Appunto: non rispondono a nessuno. Irresponsabili, nel vero senso della parola. Nel senso che non rischiano nulla, sanno che quasi nessuno di loro verrà rieletto. Mai, in 76 anni di Repubblica, c’era stata una massa così grossa di centinaia di peones incontrollabili.

Il Pd ha bastonato Conte sulla Rai, però i 5 Stelle a Letta servono. Non è chiaro quanto gli serva Conte, a questo punto. Meglio Di Maio?

Ormai siamo arrivati al capolinea. Letta ha sbagliato a umiliare i grillini nella spartizione Rai. Quelli si sono incattiviti, perché hanno capito che in politica nessuno regala niente a nessuno. E al Pd fa comodo ogni voto che riuscirà a strappare al M5s nelle prossime elezioni.

Anche Zanda ha apostrofato chi sta guidando i 5 Stelle. Cioè Conte.

Sì, ma per i democratici è indifferente chi guidi i grillini. Conte è ancora il politico più popolare dopo Draghi nei sondaggi, sta al 40%. Però non sarà lui il candidato premier del centrosinistra, ormai il suo momento è passato.

Nasce “Alternativa” di Pino Cabras: una sorta di ex M5s più stile gialloverde. Sono contro il governo. “Il primo passo sarà non far eleggere Draghi presidente Repubblica”, hanno dichiarato. Voteranno con il centrodestra?

Extra ecclesia nulla salus: fuori dalla chiesa M5s non c’è alcuna salvezza per i grillini. Soprattutto per i carneadi come questo Cabras. L’unico ex che può sperare di raccattare un 5% è Di Battista. Gli altri si venderanno al miglior offerente: destra, sinistra, centro, è indifferente. Uno di loro ha appena resuscitato la falce e martello comunista, un altro Potere al popolo, altri ancora si aggrappano al simbolo di Di Pietro. Spariranno tutti.

Una tua previsione sul Colle?

Draghi. O la Casellati, se riuscirà a continuare a non fare parlare di sé nelle prossime settimane. Chi si espone si brucia, come nelle volate ciclistiche.

E sulla legislatura?

Se i parlamentari non perdessero la pensione se non raggiungono i quattro anni e mezzo di mandato, non ci sarebbe alcun motivo per non votare a primavera. Questo Parlamento non è più rappresentativo, i grillini e tanti altri sono solo morti che camminano: zombies.

(Federico Ferraù)

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