Si avvicina il giorno in cui Conte sarà il nuovo leader di un nuovo M5s, che ambisce a essere “la gamba di centro del centrosinistra”, in cui “né GrilloTravaglio, con i loro estremismi, possono avere spazio”. E Di Maio? “Farà il pesce in barile”. Ne è convinto Mauro Suttora, giornalista e scrittore, attento osservatore dei Cinquestelle fin dai tempi del Vaffa Day, secondo il quale l’ex premier “avvocato del popolo” spera che Draghi duri a lungo solo per poter riorganizzare il partito dei 5stelle. Ma i grillini sono sempre più nel caos, dilaniati da mille malumori e con Casaleggio che “medita vendetta”.



Partiamo dall’obiettivo: fare il partito di Conte. Ci siamo?

Certo. Era ora, sono passati quasi cinque mesi dalle sue dimissioni da premier. Passati a litigare col figlio di Casaleggio, fino a estrometterlo dal partito fondato dal padre.

Grillo non vuol essere emarginato. Riuscirà a impedirlo, oppure Conte è ormai troppo forte?



Conte è forte perché i sondaggi gli danno ancora una popolarità del 50%, secondo solo a Draghi. Per questo i grillini si sono affidati totalmente a lui. Contemporaneamente, Grillo si è suicidato politicamente con il video isterico sul figlio accusato di stupro e con le sue “cineserie”. Ma il comico di Genova resta il padre-padrone dei grillini, impossibile emarginarlo.

Gli iscritti hanno e avranno ancora voce o andiamo verso un partito come gli altri?

In realtà gli iscritti Cinquestelle non hanno mai avuto voce. Sfatiamo un mito. La tanto pubblicizzata democrazia diretta si risolveva in plebisciti con domande manipolate. “Offerte che non si possono rifiutare”, come diceva Marlon Brando nel Padrino. L’unico momento in cui gli iscritti contavano erano le primarie online per scegliere i candidati alle elezioni. Ma nel 2018 molti di loro, nei collegi uninominali, e tutti i ministri esterni furono scelti direttamente da Di Maio. Fra questi c’era proprio Conte, che quindi deve eterna gratitudine a Gigi. Da anni il Movimento 5 Stelle è diventato un partito uguale agli altri.



Conte che partito vuole? Puoi tracciare l’identikit politico?

Conte vuole una nuova Democrazia Cristiana, perché è consustanzialmente un dc. Nei modi flautati, nel trasformismo, in tutto. Vuole essere la gamba di centro del centrosinistra.

Conte riuscirà a sostituire Grillo con Travaglio?

Né Grillo né Travaglio, con i loro estremismi, possono avere spazio nel nuovo partito moderato di Conte.

Che ruolo ha Di Maio in questa partita?

Il ruolo del pesce in barile. Deve tenersi buoni sia Conte che Grillo, per non perdere i voti moderati del primo e quelli esagitati del secondo.

Prevedi malumori nella parte che dovrebbe seguire Conte, cioè l’attuale M5s al netto di chi seguirà o ha seguito Casaleggio? Fino a un’altra spaccatura?

Prima o poi la spaccatura è inevitabile. Probabilmente i movimentisti come Di Battista, Lezzi, Morra e i tanti rimasti ancora nel M5s finiranno in un nuovo partito, magari usufruendo dei servizi di Casaleggio, che medita vendetta.

In che modo Conte pensa di destabilizzare o indebolire Draghi e il governo? Che partita politica intende giocare?

Conte non vuole destabilizzare il governo Draghi. Anzi, spera che duri il più possibile, perché le prossime elezioni falcidieranno i grillini, riducendoli del 60-70%. Però alzerà la voce, come Salvini, per accontentare gli estremisti come Di Battista e non perdere quel tipo di elettori.

M5S è il partito italiano più filo-cinese, come può far parte di un governo ultra-atlantista? Questa contraddizione rischia prima o poi di esplodere come problema politico?

Non penso, in Italia la politica estera interessa a pochi e non sposta voti.

Dopo la fine dei rapporti con Casaleggio, come verrà risolta la spinosa questione dei debiti nei confronti dell’Associazione Rousseau?

Se i grillini daranno al figlio di Casaleggio i 250mila euro pattuiti, non ci saranno problemi. Ma spero per loro che nell’accordo rientri anche una clausola, magari segreta, di “non concorrenzialità” alle prossime elezioni politiche. Un partitino Casaleggio-Di Battista-Paragone potrebbe rosicchiare un 5-10% ai grillini.

 Letta-Conte, da tempo si annusano, ma la fusione fredda non scatta. Cambierà qualcosa? E produrrà subito effetti in vista delle prossime amministrative?

Alle amministrative di autunno grillini e Pd saranno in concorrenza. Anche dove avranno un candidato unico, come a Napoli, le liste saranno separate. Né vedo possibilità di fusione in seguito. Al massimo di annessione da parte del Pd, se i grillini andranno sotto il 10%.

Qual è il tuo pronostico su Roma?

Ballottaggio Pd-centrodestra. La Raggi non dovrebbe superare il 15%.

(Marco Tedesco)

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