CAOS M5S, TORNA A PARLARE GIUSEPPE CONTE

Dopo 48 ore di silenzio torna a parlare Giuseppe Conte e lo rientrando nel suo appartamento nel centro di Roma: mentre Di Maio poco prima aveva lasciato la Camera dei Deputati senza voler commentare la situazione poco serena all’interno del Movimento, poco dopo pranzo il leader “decaduto” spiega ai cronisti, «Se vedrò Beppe Grillo? Sì certo, ci incontreremo, ci confronteremo, stiamo studiando anche con i legali le varie soluzioni».



Secondo Conte il M5s deve proseguire dato che «La vita e l’azione di una forza politica non può interrompersi ovviamente per un procedimento giudiziario cautelare e provvisorio e quindi stiamo cercando soluzioni per procedere ancora più forti». Le prossime scadenze politiche (su tutte, la burrascosa battaglia parlamentare sulla proposta di legge del Fine Vita), gli equilibri interni e la vicenda con Di Maio, tutto prima della scadenza a metà marzo per la compilazione delle liste elettorali per le Comunali: è una corsa contro il tempo per Grillo e Conte, preso a confronto per valutare se e come riconvocare un voto degli iscritti M5s (su Rousseau?, ndr). «Il problema del caro bollette – ha poi concluso Conte – in questo momento è il più serio. Il governo sta lavorando a una soluzione e noi come M5s chiediamo sia una soluzione strutturale. Tutto il sistema produttivo sta soffrendo e il rischio serio è che senza interventi strutturali la crescita sia completamente compromessa e la ripartenza dimezzata».



GRILLO SI RIPRENDE IL M5S?

Ufficialmente Giuseppe Conte viene dato dai suoi collaboratori più stretti come “in sintonia” con le scelte di Beppe Grillo: ma nel marasma in cui è calato il Movimento 5Stelle dopo la partita del Quirinale, le dimissioni di Di Maio dal Comitato di Garanzia e soprattutto dopo la sentenza del Tribunale di Napoli che ha fatto decadere il Presidente e sospendere lo Statuto, ecco che le tensioni dell’ex Premier svelate da diversi retroscena sono tutt’altro che campate per aria.

L’intervento di Beppe Grillo ieri sui social nel “gelare” la versione data solo qualche ora prima a “Otto e Mezzo” dallo stesso Conte – sulla leadership che rimane intatta anche con la sentenza del Tribunale – ha spiazzato il Presidente del Movimento: Conte non si aspettava quelle parole “le sentenze si rispettano”, suonate come un avvertimento contro il vertice 5Stelle e allo stesso tempo per cercare di “congelare” le tante fratture interne al partito. «C’è chi sta usando questa situazione per indebolire Conte con modifiche ai suoi poteri, dalla gestione dei territori a variazioni statutarie», spiegano i contiani al “Corriere della Sera”, «Siamo al paradosso: veniamo accusati per il frutto delle loro scelte» è invece la replica dei fedeli a Di Maio. Il silenzio invocato da Grillo è calato per il momento, Conte ha annullato l’ospitata a “Porta a Porta” di martedì sera e annulla diversi altri appuntamenti in agenda: il piano di Grillo al momento sembra quello di convocare a breve un confronto interno al partito per provare a superare/sciogliere le varie faide.



SENTENZA, ROUSSEAU, VOTO: COSA POTRÀ SUCCEDERE?

«Qualsiasi altra mossa rischia di esporci a nuovi ricorsi – confidano fonti interne del M5s alle agenzie –. E non possiamo permetterci di perseverare nell’errore»: correggere alcune storture dello Statuto (a suo tempo mal digerito da Beppe Grillo), limitare forse qualche potere del Presidente e riconvocare subito un voto per la ratifica di Conte leader e per il nuovo Statuto. Questo l’iter che attende il Movimento 5Stelle, con tempistiche tutt’altro che semplici anche perché si intersecano con la vita politica del Governo e con il difficile dialogo-alleanza con il Partito Democratico. Alcuni sussurrano che Grillo stia “approfittando” del Presidente sospeso e decaduto dalla sentenza del Tribunale civile per “riprendersi il Movimento”: al di là però delle smentite di rito, la situazione è tutt’altro che serena in casa M5s. Come spiegano “CorSera” e “Avvenire”, l’impianto dell’iter che potrà decidere Beppe Grillo nei prossimi giorni potrebbe portare ad un clamoroso ritorno in campo: il Garante del Movimento (il fondatore, Beppe Grillo) indirà prima una votazione per eleggere i 3 membri del Comitato di garanzia (da una rosa di almeno 6 nomi). Questo servirà per approvare il regolamento che a sua volta porterà alla scelta dei 5 componenti del Consiglio direttivo, così come stabilito dagli Stati Generali del M5s lo scorso novembre 2020: solo a quel punto, il secondo voto degli iscritti e al termine, una volta definito a in carica il nuovo “direttorio” ecco che si potrà procedere con una modifica dello statuto per prevedere la figura del presidente. Cioè la carica ricoperta da Conte fino a lunedì; il tutto però con notevoli margini di cambiamenti e ostacoli sul percorso che non lasciano tranquillo l’ex Premier. Specie avendo i gruppi parlamentari in rivolta e con un Di Maio in guerra aperta ormai da settimane: e soprattutto vedendo come sempre più probabile il ritorno di Davide Casaleggio come partner fondamentale per consentire i voti degli iscritti sulla “vecchia” piattaforma Rousseau, in modo da evitare altri ricorsi nei prossimi mesi contro la “nuova” piattaforma SkyVote, giudicata dai ricorrenti di Napoli come non valida per ospitare i cambiamenti radicali del vecchio Statuto M5s. Tempi stimati in almeno un mese, se non di più, con l’incubo che si sfori oltre la data di metà marzo quando si dovranno approvare le liste per le Comunali di primavera.