GRILLO PRONTO ALLA CAUSA SUL FUTURO DEL M5S: LO SCONTRO CON GIUSEPPE CONTE
L’aut aut lanciato ieri da Beppe Grillo sul suo blog assomiglia molto più ad un “avviso ai naviganti” che non un sincero tentativo di ricucire la spaccatura interna al M5s: scrivere che Giuseppe Conte starebbe abbattendo il Movimento più che riformarlo, puntare sul fatto che già ora ci sono due visioni distinte sulla gestione del partito, una “dal basso” (quella ‘grillina”), l’altra destinata a privilegi e “abbracci mortali” (quella “contiana”), ecco tutto questo fa prevede che la scissione M5s sia davvero alle porte.
Dopo il post di fuoco di Beppe Grillo, Conte ha deciso di non replicare direttamente facendo trasmettere alle proprie fonti di agenzia una certa quale sorpresa per la presa di posizione durissima contro l’Assemblea Costituente in programma a fine ottobre. La reazione dei vertici M5s si è limitata al “velenoso” commento di Michele Gubitosa che parla di Grillo come «padre padrone» in opposizione al progetto di democrazia diretta previsto nella Costituente: la tesi invece del Garante è che sui tre vincoli come nome, simbolo e secondo mandato, il Movimento 5Stelle non può annullarli, pena la spaccatura (e la mai evocata direttamente, scissione). In realtà vi è una alternativa, quantomeno iniziale, alla rottura effettiva del partito con la “conta” dei pro-Conte e pro-Grillo: è la battaglia legale a cui il fondatore e Garante del M5s intende portare il presidente qualora proseguisse nell’intento di mettere ai voti in Costituente i “tra paletti” ribaditi ancora ieri.
Ne dà notizia oggi tanto “Libero Quotidiano” quanto il “Corriere della Sera”; che citano fonti pentastellate per confermare quanto già da giorni sembrava emergere: nella discesa a Roma della scorsa settimana Beppe Grillo avrebbe sentito gli ex grillini, tra cui l’avvocato Elio Lannutti cercando di capire come potersi riprendere il partito sfruttando il ruolo da Garante. L’eventualità della causa giudiziaria contro i vertici del Movimento non è così da escludere anche se gran parte degli eletti attuali M5s punta fermamente a mantenere la leaership di Conte (anche perché in ballo vi è l’abolizione al vincolo del secondo mandato che potrebbe mantenere a lungo gli incarichi in politica, ndr).
LE “ARMI” DI CONTE E DI GRILLO: GLI SCENARI SULLA COSTITUENTE M5S E IL RISCHIO SCISSIONE
Il punto però dell’intera questione è che cosa prevedono i poteri in mano al Garante del Movimento 5Stelle e se realmente possa citare in causa il Presidente M5s per scelte e votazioni prese dall’assemblea degli iscritti. Ne parla oggi al “Corriere” e a “LaPresse” Alfonso Colucci, deputato M5s e notaio del partito che sottolinea come l’articolo evocato da Beppe Grillo sul Blog in realtà prevede che i suoi “poteri” siano di fatto di moral suasion e raccomandazione, ma nulla di valore giuridico.
«L’assemblea è sovrana, come in ogni associazione», spiega il notaio contiano che accusa Grillo di voler esercitare un ruolo da “potere padronale” senza averne gli elementi giuridici effettivi: su nome, simbolo e mandati dei parlamentari la vera arma di Beppe Grillo è dunque una e una soltanto e non riguarda la causa legale bensì la possibilità di far ripetere le votazioni della Costituente se i risultati avranno un quorum sotto la metà più uno degli iscritti. È questa la “carta” che avrebbe in mano Grillo e a cui Conte vorrebbe porre rimedio quanto prima per non vedere naufragare la sua linea davanti alla Assemblea: «Non sarà certamente lui a decidere. Non sarà, in realtà, neanche Conte, né nessun altro singolo. Sarà la base a decidere cosa votare e come», ripete il vicepresidente M5S, Riccardo Ricciardi, intervistato dall’Huffington Post sulla faida interna grillo-contiana.
Al netto però di tribunali, cause, scontri e articoli-cavilli del regolamento, si è affermato ormai un tema in seno al Movimento 5Stelle ed è lo stesso Grillo ad averlo evocato: «a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle». Ciò significa che con ogni probabilità, o una disperata ultima pace tra i due leader si produrrà nelle prossime settimane, oppure ecco che lo spauracchio scissione sarebbe davvero dietro l’angolo. Carte bollate o meno.