Il Movimento 5 Stelle è finora la vittima più illustre del Mattarella bis. Secondo Di Maio è stato Conte ad affossare Elisabetta Belloni, capo del Dis, candidandola senza un accordo condiviso, mentre Conte si difende e accusa Di Maio di “condotte gravi”. Lo scontro tra i due sembra frantumare il Movimento, ma questo non avverrà, secondo Mauro Suttora, giornalista, già a Oggi e L’Europeo, inviato, opinionista sull’HuffPost e scrittore. “Non ci sarà alcun vincitore, perché sono due democristiani che alla fine si metteranno d’accordo”. 



La notizia vera è un’altra, fa notare Suttora. “Non si è mai visto un capo dei servizi segreti che pubblica una sua foto a pranzo con un ministro, Di Maio, e proprio mentre questi è in lotta col suo capo partito, Conte. Rischiano entrambi la poltrona”.

È scontro Di Maio-Conte. Qual è la posta in gioco e chi sarà il vincitore?



La posta in gioco è la guida dei grillini, o di quel che ne rimane. L’ultimo sondaggio li dà al 14%, meno della metà rispetto al 2018. Ma non ci sarà alcun vincitore, perché si tratta di due democristiani. Quindi alla fine si metteranno d’accordo, anche perché se Di Maio prevale fra i parlamentari, Conte è più forte fra gli iscritti.

Intanto Di Maio va all’attacco di Conte per come ha gestito il caso Belloni. Dunque non c’è solo questo.

Conte è una creatura di Di Maio, gli deve tutto. È stato lui a candidarlo ministro, e poi a issarlo a Palazzo Chigi come premier. Quindi Di Maio lo considera un ingrato. E non sopporta la sua popolarità.



A proposito della Belloni. Conte l’ha difesa, ma solo fino a venerdì notte: sabato mattina ha bigiato il vertice di maggioranza, e più tardi ha detto sì a Mattarella. Cos’è successo?

Lo stesso che è successo a Salvini: ha cambiato idea appena Mattarella ha detto sì, e ha dato buca alla Meloni che lo aspettava al piano di sopra nel palazzo degli uffici parlamentari. Ubi maior, minor cessat: di fronte a Mattarella, qualunque altra candidatura è sparita.

È dal 4 gennaio che i 5 Stelle erano schierati per il bis di Mattarella. E Zampetti, segretario generale del Quirinale, è in ottimi rapporti con Di Maio.

Il bis di Mattarella aveva bisogno di qualche giorno di sofferenza prima di concretizzarsi, altrimenti non sarebbe stato giustificato come ultima spiaggia. Zampetti apprezza Di Maio perché è un giovane democristiano, tecnicamente perfetto.

Conte si fida di Letta, ma di Battista dice che è meglio non farlo. Chi ha ragione?

Dibba non vuole che i grillini stiano in posizione ancillare rispetto al Pd. Ma se non si torna al proporzionale, è difficile che il M5s da solo possa continuare a fare da terzo polo.

Letta finora ha parlato con Conte. Ma con il M5s nel caos, addio “campo largo”. Come la mettiamo?

Se si sommano Leu, Pd, M5s e verdi, nei sondaggi si sfiora il 40%: questo è il famoso “campo largo” del centrosinistra. Oppure si passa al proporzionale: ognuno per sé, e liberi di allearsi con chiunque dopo il voto.

Belloni è una serissima professionista. Nondimeno sostiene Di Maio, con il quale scambia attestati di stima e si fa fotografare a pranzo con lui. Tu lo avresti fatto?

Belloni e Di Maio hanno commesso un gravissimo errore. Non si è mai visto un capo dei servizi segreti, tranne Beria o Himmler, che pubblica una sua foto a pranzo con un ministro, Di Maio, e proprio mentre questi è in lotta col suo capo partito, Conte, e addirittura gli dà i voti, giudicandolo “leale”. Rischiano entrambi la poltrona.

Non era la candidata di Conte?

Sembra sia stata proposta da lui dopo il disastro Casellati, e avrebbe potuto essere eletta da pezzi del centrodestra, con il sì di Salvini, più i grillini. Ma di fronte a una prospettiva simile Draghi ha convinto Mattarella ad accettare il bis.

Di Maio sente e incontra Raggi, Appendino e molti altri. Davvero pensi che non tiri aria di scissione?

Raggi e Appendino contano poco, sia fra i parlamentari che fra gli iscritti grillini. La più popolare resta Paola Taverna, che sta con Conte. Dopo di lei, solo Fico. Ma per ora Di Maio e Conte troveranno un accomodamento. Anche perché non ci sono differenze di contenuto, fra loro. Sembrano quei bimbi di 5 anni che litigano solo perché tutti vogliono fare il capo. Personalismi. O vanità, come dice Grillo.

Si legge che Di Maio è corteggiato dai centristi. Non se ne fa niente?

Nel centro ci sono Calenda e Renzi, che detestano da sempre il populismo grillino. Hanno rotto col Pd proprio per questo, e ora dovrebbero allearsi con i cascami M5s?

Non è chiaro quali potrebbero essere le possibili ripercussioni della crisi M5s rispetto a Draghi e al governo. Secondo te?

Nessuna ripercussione. Draghi va avanti ancora per un anno. Al massimo si sfila la Lega, per recuperare un po’ di voti dai Fratelli d’Italia.

È a rischio anche un’alleanza più organica con il Pd? Letta potrebbe essere chiamato a fare una scelta?

Letta, col suo partito bloccato al 20%, non può fare troppe scelte. Deve stare con i grillini, chiunque li guidi.

Le fibrillazioni del M5s potrebbero accelerare le elezioni?

Si potrebbe andare al voto anticipato in autunno, dopo che i parlamentari avranno incassato la pensione.

Riuscirà Grillo col suo appello ecumenico a pacificare Di Maio e Conte?

Grillo è un comico, quindi non va preso mai troppo sul serio. Però il titolo del suo appello è illuminante: “Cupio dissolvi”, un desiderio masochistico di autodistruzione che sembra pervadere i due galletti del pollaio. Si sente un po’ Gandhi, però siccome è anche un po’ analfabeta scrive Ghandi. Vorrebbe far fare pace a Conte e Di Maio, ma dimentica che non più tardi della scorsa estate fu Di Maio a metter pace tra lui e Conte, che se n’erano dette di tutti i colori. Cosicché a noi non resta che seguire, abbastanza annoiati, questo cabaret che chiamano politica.

(Federico Ferraù)

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