Consumata la scissione tra l’esponente storico del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, e il suo stesso partito, iniziano subito a volare gli stracci tra pentastellati ed ex. L’accusa al ministro degli Esteri e a quanti lo hanno seguito è di volersi candidare per un terzo mandato, possibilità vietatissima dai regolamenti del Movimento e che invece, fondando una nuova formazione politica, Di Maio e i suoi possono fare. Lo stesso ministro risponde dicendo che sui 62 parlamentari che sono andati con lui “40 sono al primo mandato”. Ma è questo il vero problema del Movimento? Secondo Paolo Becchi, ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Genova, opinionista, ex ideologo del M5s, no, “il problema reale è che i Cinquestelle sono finiti, si sono suicidati con la poca intelligenza politica di Conte, che avrebbe potuto cogliere questa occasione per rilanciare il Movimento, e con Di Maio, che alle prossime elezioni non entrerà neanche in Parlamento”.
Davanti al quadro degli eventi a cui stiamo assistendo, manca una presa di posizione di Beppe Grillo. Perché?
Probabilmente non se l’aspettava in maniera così rapida e credo che all’inizio abbia avuto la tentazione di tirarsi fuori dai giochi. L’ultimo post che ha pubblicato sul suo blog in realtà era già una dichiarazione che andava al di là del problema del doppio mandato: “Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli con onestà”.
Che cosa significava?
In sostanza voleva dire che, dato che ormai il M5s è morto, cerchiamo di lasciare almeno un buon ricordo. Salviamo almeno le apparenze. Invece è andata diversamente. Ritenevo che Grillo fosse ormai consapevole che questo Movimento non abbia più niente a che fare con quello che aveva creato con Casaleggio.
E invece?
Dopo il primo momento di sconforto, ora mi dicono che stia lavorando sotto traccia con Conte. Non ha abbandonato completamente tutto e tutti. Il problema è che è esplosa la vera differenza presente nel Movimento dopo la morte di Casaleggio padre: quella tra Di Maio, che è sempre stato su posizioni più moderate, e Fico, più di sinistra. Non a caso Fico è rimasto con Conte.
Questo cosa significa?
Non tanto che è rimasto con Conte, bensì con la vecchia linea che adesso Grillo cercherà di rilanciare. Ma è una strategia che ha un limite.
Quale?
Anche Fico sarebbe al secondo mandato. Ecco perché la votazione online richiesta da Conte è stata bloccata. E questo conferma che ci sono delle trattative in corso. Fico avrà avuto, come la Taverna, rassicurazioni su questo.
Lo stesso Di Maio ha detto che molti di coloro che lo hanno seguito sono al primo mandato. Ma è veramente questo il problema, quello dei mandati?
No, il problema è altro. Ovviamente qualcuno lo sta seguendo, come sempre quando un movimento sta morendo i topi lasciano la barca che affonda. In un momento così non è che si vada a controllare uno per uno chi ha il primo o il secondo mandato, è solo un si salvi chi può. A mio avviso molti hanno pensato erroneamente che saltando sul carro di Di Maio abbiano una qualche sicurezza maggiore, ad esempio chi magari non si sentiva particolarmente vicino a Conte. L’operazione di Di Maio ricorda quanto fatto da Alfano nel 2013.
In che senso?
Allora c’era un problema serio, quella a cui stiamo assistendo oggi è una farsa. Berlusconi voleva sfiduciare Letta ma vedendo quello che aveva fatto Alfano si tirò indietro. Ma il mese dopo si tolse dalla maggioranza. Il risultato? Alfano è sparito, Berlusconi è sempre qui.
Quindi Di Maio come Alfano?
No, l’opposto. In questa situazione è probabile che in qualche modo Di Maio riesca a rimanere mentre scomparirà Conte con quello che resta del M5S. La mossa che avrebbe dovuto fare Conte sarebbe stata di dire usciamo dal governo. Quando si andrà al voto la gente chi premia, il traditore o quello che coerentemente è uscito dal governo?
Ma qui dal governo non esce nessuno, anche Conte ha detto che non ha alcuna intenzione di far cadere Draghi. Come mai?
Al momento non si tocca niente per cercare di evitare nuovi scossoni. E poi il governo non cade comunque perché blindato da Mattarella e perché i numeri ci sono. Però muta il quadro politico.
Quindi?
Il problema è l’atteggiamento nei confronti di Draghi. Conte ha commesso una ingenuità: che motivo c’era di parlare della questione dei mandati adesso, mica si vota domani. Credo che Di Maio abbia maturato nel tempo una intelligenza politica notevole. Conte, oltre a non “contare” praticamente nulla, si sta dimostrando un vero incapace. Conte è convinto di aver vinto.
Invece?
Deve avere dei meccanismi di difesa straordinari, per dire che ha ottenuto una vittoria.
Non sarà perché Grillo lo sostiene?
Grillo ne ha le scatole piene. Certamente gli ha dato il via libera sulla questione dei mandati, ha fatto capire con il suo post che bisognava essere intransigenti. Ma così ha fatto un errore ulteriore, probabilmente non si aspettava la reazione di Di Maio, un compromesso sulla questione dei mandati lo avrebbero trovato. Di Maio stava già preparando l’uscita, dopo aver visto il comportamento di Conte e di Grillo ha detto: è l’occasione buona per uscire.
Neanche Di Battista potrà rianimare il Movimento?
Non c’è dubbio che lo possa fare, ma torniamo al discorso dell’intelligenza politica che non c’è da parte di Conte. Ci siamo liberati della zavorra, ha detto Di Battista, in realtà così facendo nel M5s ci resterà lui da solo. Molti lo seguiranno ancora, ma considerando che Conte non reagisce, convinto che sia un bene, altri continueranno ad andarsene. E’ solo l’inizio di una fine tragica.
Cosa succederà a Di Maio: il suo partitino prenderà dei voti?
Poco o niente. Intanto dipende da che legge elettorale ci sarà, con quella attuale non ha speranze. Conte e Di Maio sono destinati entrambi all’estinzione. Conte, avendo il simbolo del Movimento, se se la fosse giocata bene, avrebbe potuto rilanciarlo, ma dopo quanto ha fatto no. Mi fa pensare che fra qualche giorno non si parlerà già più di questa vicenda.
Lei che è stato tra gli ideatori del Movimento, come vive tutto questo? E’ davvero la fine?
Un movimento che nasce con l’idea di rovesciare tutto il sistema e dare un impulso nuovo e invece finisce così con lotte intestine per salvare la poltrona è veramente uno spettacolo triste e per gli italiani una grande delusione. Credo che chi in questi anni ha votato Cinquestelle non dimenticherà tutto questo.
(Paolo Vites)
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