Prosegue lo scoop del Riformista sul legame tra Philip Morris e Casaleggio Associati, con le presunte “stecche” di 2 milioni di euro complessivo date alla Associazione che gestisce la piattaforma del Movimento 5 Stelle – Rousseau – per poter ottenere sconti in sede di tasse e bonus. Il secondo capitolo della “5Stellopoli” (come l’ha definita ieri il direttore del Riformista Piero Sansonetti) vede il coinvolgimento non più solo di Davide Casaleggio ma di personaggio diretta del Governo giallorosso: «L’aggancio tra Philip Morris e il Movimento cinque stelle avviene all’inizio dell’estate 2017, quando Luigi Di Maio viene invitato da Utopia, una nota agenzia di pubbliche relazioni, a incontrare Philip Morris e altri grandi aziende», scrive oggi Nicola Biondo sul Riformista mettendo in fila i fatti per come sono entrati in conoscenza ai colleghi del quotidiano garantista. In secondo luogo, 60 giorni dopo quell’incontro la Casaleggio Associati firma una consulenza «per un costo totale che ad oggi ammonta a 2milioni e 379mila euro», che arrivano direttamente dalla multinazionale delle sigarette.



CAOS M5S SULLE SIGARETTE: COSA SUCCEDERÀ?

Il Riformista si chiede se Di Maio e gli altri membri del Governo citati nella inchiesta-large di questi giorni risponderanno prima o poi alle accuse contenute nelle carte in mano al quotidiano: secondo ancora il reportage, «il governo Conte ha trattato Philip Morris con i guanti bianchi, preferendo gli interessi della multinazionale a quelli dei nostri ammalati in tempi di Covid. Tutti gli emendamenti, una quindicina, per aumentare le tasse sul tabacco riscaldato sono stati cassati da Palazzo Chigi senza discussione». Secondo altre carte riprese in mano dal Riformista, ad oggi sarebbe la viceministra all’Economia Laura Castelli ad avere in mano il “dossier” Phliip Morris in casa M5s: «Tra la multinazionale e i malati, il governo sceglie da che parte stare. In piena emergenza Covid, con minori entrate per quasi 51 miliardi, la defiscalizzazione del tabacco riscaldato non dovrebbe necessariamente essere una priorità per il paese», scrive ancora il Riformista citando poi direttamente la viceministra grillina. È lei ad essersi battuta – secondo i retroscena ricostruiti dal quotidiano di Sansonetti – per lo sgravio fiscale per la multinazionale del tabacco e, secondo fonti al Riformista in casa M5s, l’influsso sarebbe arrivato fino all’ultima Manovra dove vi sarebbero stati ben due articoli dedicati alla forte attenzione per Philip Morris (sparisce l’aumento fiscale e le norme anti-contrabbando, qui i dettagli). In attesa di una risposta complessiva del Governo e del M5s davanti alle tante accuse ricevute, il Riformista conclude l’inchiesta lanciando una domanda: «La guerra del tabacco è appena all’inizio. Intanto una domanda resta senza risposta: davvero i fatti che abbiamo raccontato non hanno nessuna relazione con la consulenza da oltre due milioni di euro di Casaleggio?».

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