“La proroga è inevitabile e legittima, il virus continua a circolare”, ha detto ieri il presidente del Consiglio. Il Senato ha approvato la mozione della maggioranza che proroga lo stato di emergenza fino al 15 ottobre. Le opposizioni accusano il governo di ricorrere allo stato di emergenza per blindarsi a Palazzo Chigi.



Ma è anche l’emergenza migratoria ad alimentare preoccupazioni e polemiche. Non sfugge il destro che gli sbarchi fuori controllo offrono al Governo per giustificare il ricorso allo stato di emergenza: sia sotto il profilo sanitario, sia sotto quello delle misure da prendere, molte delle quali, senza la proroga, perderebbero effetto. Tra queste – ha detto ieri Conte – “anche il noleggio di navi per la sorveglianza sanitaria dei migranti”.



Mauro Indelicato, esperto di Libia, segue il dossier migratorio per ilgiornale.it.  Nei centri del Sud più esposti agli approdi potrebbero esserci conseguenze sociali, dice al Sussidiario.

Cominciamo dai numeri.

Dal primo gennaio ad oggi sono più di 12.500 i migranti sbarcati nel nostro Paese, più di 5.000 soltanto a luglio. L’aumento rispetto al 2019 è abbastanza rilevante, basti pensare che nello stesso periodo dello scorso anno i migranti sbarcati sono stati 3.599. Si tratta di numeri triplicati.

Come commenti la fuga dagli hotspot di Porto Empedocle e Pian del Lago?

A Porto Empedocle come a Pian del Lago ed in altre strutture siciliane dove sono state registrate fughe, i migranti sono stati sempre ospitati. Già in altre occasioni in passato si erano verificate situazioni del genere, è chiaro che oggi tutto fa maggior rumore per via dell’emergenza sanitaria.



Che cos’è che desta maggiore preoccupazione?

Tra i migranti che scappano potrebbero esserci persone positive e questo crea allarme sociale nella popolazione, già messa a dura prova da quanto accaduto per via del coronavirus.

La situazione è fuori controllo?

Il governo fatica a gestire due emergenze che si sono sovrapposte nello stesso periodo. È un contesto che giorno dopo giorno rischia di far accrescere la pressione sulle forze dell’ordine. E questo è il motivo per cui episodi come quelli che abbiamo visto negli ultimi giorni potrebbero ripetersi ancora.

Il Viminale ha garantito al presidente della Sicilia Musumeci una nave da mille posti da adibire a quarantena. Questo modello di accoglienza – o di risposta all’emergenza – è adeguato?

La Moby Zazà, che è stata ancorata in rada a Porto Empedocle per due mesi, non ha funzionato: costi molto elevati, ogni migrante è mediamente costato 4.000 euro al mese, per risultati non soddisfacenti visto che la presenza della nave non ha mai attenuato del tutto l’emergenza. Difficile pensare che altre navi simili, anche più capienti, possano essere adatte a questo periodo caratterizzato da un flusso migratorio continuo e costante.

Una delle immagini destinate a segnare questa stagione è quella dello sbarco a Lampedusa della comitiva tunisina con indosso cappelli di paglia, occhiali da sole, bagagli e barboncino al guinzaglio.

È l’immagine simbolo di come, soprattutto a partire da questa estate, l’immigrazione coinvolge anche il ceto medio dei paesi coinvolti nelle partenze dei barconi, Tunisia in primis. A luglio ad Agrigento è sbarcato anche un motoscafo molto costoso con a bordo 10 migranti vestiti con prodotti di marca.

Cosa fa la nostra Marina?

La Marina prova a fare quel che può, ma se dalla Tunisia si continua a partire con il ritmo attuale i problemi difficilmente si potranno risolvere. A meno che non si pensi ad un’operazione ad hoc.

Che cosa intendi?

Un pattugliamento di specifiche zone del canale di Sicilia. Ma non vedo attualmente l’intenzione politica di attuare un simile piano.

Dove sono finite le navi delle Ong?

Le due navi più attive in questa fase estiva, ossia Ocean Viking e Sea Watch 3, mezzi rispettivamente dell’Ong francese Sos Méditerranée e di quella tedesca Sea Watch, sono attualmente sotto fermo amministrativo.

E Open Arms, tra le più coinvolte nel braccio di ferro con il governo Conte 1 lo scorso anno?

È ancora in Spagna e qui si trovano anche la Alan Kurdi e la Aita Mari, dissequestrate a giugno dopo il fermo che ha raggiunto entrambi i mezzi ad aprile. L’unica nave Ong operativa forse potrebbe essere la Mare Jonio, ma si trova ad Augusta. Tra mezzi sotto fermo ed altri con gli equipaggi in porto, per il momento le organizzazioni non si trovano nella zona dove scorre la rotta libica.

Come commenti l’uccisione da parte della Guardia costiera libica degli emigranti sudanesi fatti rientrare a Tripoli?

Un episodio che riflette molte delle perplessità riguardanti la Guardia costiera libica, formata in gran parte da milizie locali e che è ancora ben lontana dal poter essere considerata un regolare corpo militare. Per questo il fatto accaduto nelle scorse ore, nella sua drammaticità, non appare del tutto sorprendente.

In Tunisia siamo di fronte ad un cambio di governo o piuttosto a un vuoto di potere?

È un cambio di governo, ma i tempi per la formazione di un nuovo esecutivo in Nord Africa ed in Medio oriente sono tradizionalmente molto lunghi. Quindi per l’Italia questo potrebbe significare una notizia decisamente pessima: nel pieno dell’emergenza immigrazione causata in buona parte da partenze dalla Tunisia, il nostro Paese è rimasto senza un interlocutore. E chissà per quanto tempo ancora.

La missione della Lamorgese a Tunisi?

Per le ragioni che ho detto, non credo possa aver portato nulla di concreto.

La maggioranza ha prorogato lo stato di emergenza fino al 15 ottobre. C’è un nesso con l’emergenza migratoria?

Le due emergenze, quella sanitaria e quella migratoria, si sovrappongono: l’arrivo di migranti nel pieno di un periodo dove il virus ancora non ha lasciato il nostro Paese ovviamente porta a preoccupazioni su più fronti. Tuttavia, credo che lo stato di emergenza sarebbe comunque stato prorogato a prescindere dall’emergenza migratoria.

Qual è il tuo scenario nel breve termine?

Da qui a settembre, complici le ottime condizioni del mare, assisteremo ad ulteriori picchi nel numero degli sbarchi. In questo mese di luglio abbiamo sforato quota 5.000 approdati, circostanza questa che non si verificava da tempo, ad agosto potremmo andare anche oltre. Dalla Tunisia e dalla Libia sono migliaia le persone pronte a partire.

Potrebbero esserci conseguenze nel paese?

L’esasperazione e l’insofferenza della popolazione che vive l’emergenza migratoria potrebbero comportare problemi di ordine pubblico.

(Federico Ferraù)

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