Ieri il premier Conte ha dichiarato: “Non possiamo tollerare che si entri in Italia in maniera irregolare, e che i risultati della lotta al Covid siano vanificati da migranti che addirittura vogliono sfuggire alla sorveglianza sanitaria”. Una dichiarazione dura, poco in linea con le scelte della maggioranza che in questi giorni ha mandato Salvini a processo per il caso Open Arms e vuole abrogare i decreti che portano il nome dell’ex ministro dell’Interno.



Intanto, i numeri degli sbarchi sono in deciso rialzo, ai massimi da inizio 2018: solo a luglio 2020 si parla di più di 7.000 persone. Ne abbiamo parlato con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi Difesa ed esperto di politica estera. “Il governo non ha una linea comune sull’immigrazione, i suoi membri si smentiscono tra loro. Ad agosto siamo già oltre i 420 sbarchi. L’Italia dà l’impressione di essere diventata una terra di nessuno, il modo migliore per finire nel mirino dei trafficanti di esseri umani”.



Conte parla di fermezza nel contrasto all’immigrazione clandestina. Non è l’opposto della linea tenuta finora dal governo?

È un’affermazione paradossale. Già alla fine dell’esperienza 5 Stelle-Lega fu proprio Conte a consentire lo sbarco di una nave di migranti, forzando la posizione contraria di Salvini, e fin dall’inizio del Conte 2 abbiamo avuto un aumento degli sbarchi. Era la Lega a tenere lontane le partenze, e le frasi di Conte mi sembrano di circostanza.

Però anche la Lamorgese si è espressa contro l’immigrazione clandestina, dichiarando che è inaccettabile.

Sono frasi che può dire un normale cittadino, non il ministro preposto a contrastarla. Al di là delle parole, questo governo dà l’impressione al resto del mondo che l’Italia sia diventata una terra di nessuno, con uno Stato assente e leader politici che parlano a vanvera. Il governo regolarizza i lavoratori clandestini e autorizza il processo a Salvini. Come può parlare di fermezza contro l’immigrazione clandestina?



Vede confusione dentro alla maggioranza?

La vedo più che altro nei 5 Stelle, che hanno sconfessato la linea del Conte 1 sull’immigrazione. il Pd è coerente: persegue una linea immigrazionista dal 2013, escludendo la parentesi di Minniti dovuta alla batosta alle amministrative di giugno 2017. Se avessimo già stracciato, come vuole Zingaretti, gli accordi con Libia, solo quest’anno avremmo 7mila sbarchi in più. Poi c’è lo ius culturae e le regolarizzazioni del ministro Bellanova. Il Pd lo fa anche per motivi di lobby: il business dell’accoglienza ruota intorno a enti e cooperative dell’area cattolica e di sinistra.

Crimi ha appena sconfessato lo ius culturae promosso da Delrio.

Non c’è solo un contrasto tra Pd e 5 Stelle. È Conte stesso, con l’affermazione che stiamo commentando, a smentire Boccia, che ha detto che il 75% dei casi di contagio sono italiani: sostanzialmente, voleva dire che il 25% dei contagiati sono stranieri o immigrati. Ovvero, persone meno controllabili dal punto di vista sanitario, come dice lo stesso Conte. Adesso, vista la sua ultima dichiarazione, il premier dovrebbe richiudere le frontiere. Ci tengo a ricordare che lo aveva già fatto, il 7 aprile, chiudendo i porti alle Ong causa Covid. Li riaprì dopo soli tre giorni.

Il governo vuole abrogare i decreti Salvini. Questo incrementerà ancora di più gli arrivi dall’Africa?

È un fatto più simbolico che altro. Le multe milionarie previste dal decreto Salvini alle Ong riguardano la violazione del divieto allo sbarco. Ma non accade mai, perché il governo concede sempre alle loro navi di sbarcare. E la Lamorgese ha già rialzato la diaria per gli immigrati che Salvini aveva abbassato. È più un trofeo politico che altro.

Chi sono gli immigrati che arrivano sulle nostre coste in questi giorni?

C’è stata una crescita degli algerini che approdano in Sardegna, e un boom dei tunisini. Su quasi 15mila sbarchi da inizio anno 6mila sono tunisini. Poi si contano 2mila bengalesi che raggiungono via aereo la Libia e da lì arrivano in Italia. Ricordiamoci che tunisini e algerini non possono chiedere l’asilo: è anche per questo che scappano. Come accaduto ieri a Udine, dove dei tunisini hanno dato fuoco a una caserma.

Conte ha detto che scriverà una lettera al presidente tunisino Kais Saied. Sarà sufficiente?

Poteva già averla scritta, e poi la Lamorgese è stata a Tunisi da poco. La Tunisia manda all’estero i criminali che butta fuori dalle proprie carceri: ieri l’altro un tunisino ha cercato di far deragliare un treno vicino a Parma, per fortuna l’hanno fermato i carabinieri. Si tratta del paese più rischioso per l’arrivo di terroristi, perché in proporzione è lo Stato da cui sono partiti più volontari per la jihad.

Conte oggi ha detto di voler accelerare sui rimpatri. Ma è possibile farli?

Sì, specie con la Tunisia. Però i migranti vanno identificati, ed è difficile farlo se scappano. Poi bisogna mettersi d’accordo col consolato e pagare un charter che li riporti in patria. Credo che sarebbe meglio non farli sbarcare e riportarli subito nelle acque territoriali da cui provengono. Ma la pratica migliore è convincere i loro Stati di provenienza a non permetterne l’arrivo.

In che modo si fa pressione su Tunisi?

Abbiamo tantissimi modi per fare pressione su Tunisi. Noi sosteniamo la Tunisia, come la Libia, finanziando la loro guardia costiera. Potremmo chiedergli qualcosa in cambio, o bloccare le rimesse finanziarie dei loro immigrati. Ci sono 100mila tunisini che mandano soldi in Tunisia dall’Italia. Ma dovremmo anche minacciare il loro export. Tramite gli accordi di Cotonou, i paesi africani hanno libero accesso al mercato europeo con le loro merci. Questi accordi scadono nel 2020: perché l’Europa non li rinnova solo a chi si riprende i clandestini? Per farlo però servirebbe un’azione politica forte e continua, e a livello europeo. Cosa che al momento vedo difficile.

Lei ha un’idea del numero dei contagiati di Covid tra coloro che sono sbarcati in Italia?

Non so quanti siano i contagiati tra coloro che sono sbarcati. So che intanto mettiamo a loro disposizione una nave, a Porto Empedocle, per fargli fare la quarantena evitando che scappino. Si tratta di un traghetto del gruppo Navi Veloci che solo di affitto ci costerà più di un milione di euro al mese, non proprio una linea dura.

Il resto dell’Europa come sta reagendo in questa fase all’immigrazione irregolare?

Sia Malta che la Grecia sono accusate di fare respingimenti, anche se io condivido la loro scelta. Ovunque, i flussi migratori clandestini sono in calo. Parlo sia di quelli via mare dal Nordafrica per quanto riguarda la Spagna, sia di quelli via terra dalla Turchia verso la Grecia. E causa Covid sono fermi anche i piani di redistribuzione interni all’Europa, anche se la Germania ha accolto dei bambini di un campo profughi greco, situato nell’isola di Lesbo. Ma nessun paese ha dato l’impressione di accondiscendenza verso l’immigrazione clandestina come l’Italia.

(Lucio Valentini)