Caos migranti: il Europa attesa una seconda ondata dall’Ucraina

Sulle pagine del Financial Times Europe si discute nuovamente del tema dei migranti irregolari sul territorio europeo. Dallo scoppio della guerra, forte anche della fine delle limitazioni globali dovute al coronavirus, l’Europa è stata presa d’assalto dai migranti in quella che sembra avere tutte le fattezze della crisi migratoria più grossa da quella registrata nel 2015 e 2016.



Dopo una prima ondata ad inizio anno, i governi sembravano aver trovato una quadra per la gestione dei migranti, con alcuni di questi che durante l’estate sarebbero tornati in Ucraina. Tuttavia, la crisi è ora destinata a inasprirsi con un nuovo, e più intenso, flusso migratorio in arrivo da Kiev nel corso dell’inverno. Lo sostiene, tra gli altri, anche il Commissario europeo per la migrazione Ylva Johansson che sostiene che “l’obiettivo di Putin è quello di creare una crisi di rifugiati e di esercitare ancora più pressione” sull’Unione Europea. Una crisi che sembra star sconvolgendo, come d’altronde avvenne anche nel 2015, gli equilibri interni dell’Unione, minando i rapporti tra le potenze, esattamente com’è successo tra Francia e Italia per l’accoglienza dei 231 migranti salvati dall’imbarcazione della ong.



Il doppio standard sui migranti in Europa

Secondo quanto riferito dal quotidiano, inoltre, sembra esserci una sorta di doppio standard nella gestione dei migranti in questo esatto momento storico. Ne parla, proprio con il Financial Times, il fondatore del presidio umanitario che aiuta proprio i rifugiati, Andrea Costa. “C’è un doppio standard tra il caloroso abbraccio dell’Europa ai rifugiati ucraini e la freddezza con cui accoglie quelli provenienti da altre regioni“, spiega, sostenendo che si tratti di una situazione che “ha molto a che fare con il razzismo”.



Il commento sul doppio standard per la gestione dei migranti in Europa, però, muove soprattutto nella direzione di una velata critica all’operato del governo italiano in seguito all’insediamento a Palazzo Chigi della coalizione di centro destra guidata da Giorgia Meloni. A quanto sostiene il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, “i ricollocamenti effettuati fino ad oggi sono del tutto insufficienti e le procedure sono lunghe e macchinose. Alla fine, sono solo l’Italia e gli altri Paesi di primo ingresso a farsi carico dei migranti economici provenienti dal Nord Africa” sostenendo che da inizio anno ci sia stato un aumento del 52% dei richiedenti asilo provenienti dall’Africa, citando la cifra esorbitante di 96mila ingressi irregolari nel Bel Paese.