Quest’anno, nei mesi di luglio e agosto, in Italia sono sbarcati 11.000 migranti, una cifra di gran lunga superiore a quella toccata negli stessi mesi del 2018 e 2019: in entrambi gli anni non si erano superati i 4.000 sbarchi. La gestione dell’immigrazione clandestina ha causato uno scontro tra governo e regioni, sollevato dal governatore della Sicilia, Musumeci, che ha emesso un’ordinanza, poi sospesa dal Tar, per trasferire i migranti presenti centri siciliani fuori dai confini della regione.



Nel Mediterraneo al momento sono attive diverse navi Ong, che dopo aver lasciato i migranti fanno le quarantene nei porti italiani. L’ultima arrivata è la nave finanziata da Banksy, la Louise Michel. Battente bandiera tedesca, è stata recuperata ieri dalla Guardia costiera italiana che ha trasbordato su una sua motovedetta i 49 più vulnerabili dei 130 migranti a bordo. Abbiamo parlato delle prospettive dell’immigrazione illegale in Italia con Gianandrea Gaiani, direttore di Analisi difesa, commentando con lui le parole della ministra Lamorgese, che intervistata da Repubblica ha parlato dell’aumento degli sbarchi, che c’è ma, al momento, non costituisce un’emergenza. “Conte e Lamorgese hanno dichiarato di voler tenere una linea dura che poi hanno smentito coi fatti. l’Italia ha rinunciato ad avere dei confini e le dichiarazioni dei governanti non hanno nessuna credibilità: i trafficanti di esseri umani esultano”.



Come valuta lo scontro tra regione Sicilia e governo?

Non sarà l’ultimo tra governo ed enti locali. Autorità regionali e sindaci devono fare i conti con la reazione dell’opinione pubblica, che si rende conto che gli immigrati clandestini creano problemi, a cui ora si è aggiunto quello relativo alla positività al Covid e alle continue fughe dai centri in cui sono tenuti in quarantena.

Musumeci ha anche posto un problema umanitario, addossando al governo la colpa delle condizioni in cui sono tenuti i migranti.

In Italia, dal 2013, non abbiamo mai fatto un’accoglienza umanitaria, che è un atto che si compie verso un popolo in stato di necessità. I tunisini quest’anno sono 7.600 su un totale di 18.000 persone sbarcate: sono migranti economici, come gli algerini, i bengalesi, gli ivoriani e di altre nazionalità che non hanno diritto né ad asilo né alla protezione umanitaria.



Quindi i flussi in ingresso in Italia sono immigrati clandestini, non rifugiati.

Stiamo dando accoglienza a chiunque paghi dei criminali per venire in Italia. Chi arriva in questo modo è un delinquente, perché chi entra in un altro paese illegalmente viola la legge. La Tunisia poi ci manda spesso persone fuggite o liberate dalle loro carceri. E, tra le altre cose, è il paese che ha offerto più personale, in proporzione alla sua popolazione, alla Jihad islamica prima di al-Qaeda e poi dello strato islamico.

Che problemi creano gli immigrati clandestini?

Lo vediamo tutti i giorni. Compiono svariati atti di violenza, ampiamente omessi da molti media. Solo oggi (ieri, ndr), per fare un solo esempio, al Celio di Roma tre migranti positivi hanno tentato la fuga e aggredito a morsi e pugni militari e sanitari, devastando un intero reparto dell’ospedale. Credo che le nostre forze dell’ordine abbiano la mano anche troppo leggera verso atti di questo tipo, che dovrebbero essere puniti severamente.

Lei mi vuol dire che il governo non tratta l’immigrazione clandestina come un crimine?

Il governo in realtà dice l’opposto. Il 29 luglio il ministro Lamorgese ha definito inaccettabili gli sbarchi dalla Tunisia: non sono io a dire che è un crimine, sono loro. Solo che da quella data sono sbarcati altri 5.500 migranti. Poi a Repubblica la stessa Lamorgese dice che ci sarà un “autunno caldo” per gli sbarchi: quindi o questi flussi sono diventati “accettabili” oppure il ministro si contraddice da sola. Anche Conte il 12 agosto ha detto che “saremo duri e inflessibili” con l’immigrazione clandestina ma da allora ne sono sbarcati entrati altri 2800: dichiarazioni smentite dai fatti, che tolgono credibilità a chi le pronuncia.

Lei crede che la Lamorgese sia un tecnico che non riesce a gestire problemi prima di tutto politici?

La Lamorgese è stata chiamata come tecnico a occupare un ministero “pesante” in cui evidentemente nessun esponente di spicco politico dell’attuale maggioranza se la sentiva di accettare il confronto inevitabile con il predecessore, Matteo Salvini. Il ministro Lamorgese è un prefetto, ma sarebbe necessario in questo contesto un ministro di consistente peso politico per discutere, anche a muso duro,  con uno Stato straniero come la Tunisia, che ci prende in giro da anni facendo periodicamente aumentare i flussi migratori illegali per chiedere nuovi aiuti economici e in seguito replicare lo stesso schema. Inoltre anche i trafficanti sono attenti agli equilibri politici interni all’Italia e ai relativi mutamenti.

Da cosa lo si evince?

Lo provano i numeri. Nel 2019 finché Salvini era al ministero dell’interno erano sbarcati circa 4.000 clandestini nei primi otto mesi. Poi, negli ultimi quattro mesi dell’anno, dopo la fine del governo Lega-5 Stelle, si raggiunsero gli 11.471 arrivi. Questo si spiega anche col vertice di Malta, dove il ministro Lamorgese annunciò che ci sarebbe stata una redistribuzione dei migranti a livello europeo, poi mai avvenuta in numeri consistenti, ma quell’annuncio fece intuire a trafficanti e migranti illegali che arrivare in Italia significava poter andare in Germania o in Francia, proprio l’obiettivo di molti clandestini.  La stessa cosa è accaduta nel 2018, quando dal Nord Africa sbarcarono in 23.370 dei quali circa 156 mila nei primi sei mesi, col governo di centrosinistra ancora in sella, contro i poco più di 6mila del semestre successivo. Con Matteo Salvini al ministero. Occorre comprendere che ciò che i nostri leader dicono e fanno ha un impatto che va ben oltre i confini nazionali.

Però le dichiarazioni di Conte e della Lamorgese contro l’immigrazione clandestina non hanno avuto alcun effetto.

Perché a queste dichiarazioni non seguono i fatti. Questo governo continua a guardarsi l’ombelico, anche quando tratta di politica estera.

Che cosa intende dire?

I vertici del governo trattano la politica estera e migratoria guardando esclusivamente ai risvolti sugli equilibri interni alla maggioranza. Ogni annuncio sembra rivolgersi a una corrente dei 5 Stelle o del Pd ma ha un impatto ben più ampio sui nostri interlocutori e avversari. L’errore non è politico, è strategico: lede gli interessi nazionali.

Come mai ci sono così pochi arrivi dalla Libia al momento?

Perché la guardia costiera libica, che continua a operare con il nostro importante supporto, ha fermato 7.500 migranti illegali da inizio anno. E poi dalla Libia partono pochi immigrati perché molti di coloro che arrivano in Libia sono lì a lavorare, come confermano anche i rapporti dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni.

Comunque, le navi delle Ong al momento operano tranquillamente nel Mediterraneo.

C’è di sicuro la Sea Watch 4 e la nave Louise Michel, battente bandiera tedesca e finanziata da Banksy, che è stata soccorsa oggi (ieri, ndr) dalla nostra Guardia Costiera. Il punto è che queste navi, che battono bandiera tedesca o di paesi del nord Europa, entrano ed escono tranquillamente dalle nostre acque.

E, come ci ha già detto, i decreti Salvini non vengono applicati, quindi non ci sono né sequestri né multe alle Ong.

Il problema non è solo quello: è che non viene applicato il decreto del 7 aprile firmato da quattro ministri dell’attuale governo e legato al permanere dell’emergenza Covid che è stata rinnovata fino a ottobre. Quel decreto dispone che, causa Covid, i nostri porti restino chiusi alle Ong e alle navi che vogliano sbarcare in Italia persone soccorse fuori dalle aree Sar (Search and rescue) di competenza italiana. In base a quel decreto dell’attuale governo nessuna nave delle Ong avrebbe dovuto avere il permesso di sbarco. Invece già ad aprile, una settimana dopo l’emanazione del decreto, le navi delle Ong hanno ripreso tranquillamente a sbarcare clandestini e Roma ha noleggiato la prima nave–quarantena. Con malizia, si potrebbe dire che per ottenere dalla Ue le condizioni richieste per il Recovery Fund (come già successo in passato secondo le note dichiarazioni dell’ex ministro degli Esteri Emma Bonino), il governo di Roma abbia accettato che quelli italiani siano gli unici “porti sicuri” per lo sbarco dei migranti illegali.

Come stanno gestendo l’accoglienza gli altri stati?

L’unico flusso importante al momento è tra la Francia e l’Inghilterra:  immigrati illegali già presenti in Francia stanno raggiungendo l’Inghilterra attraverso la Manica, e questo crea tensioni tra i due paesi. Per il resto i flussi nel Mediterraneo sono ovunque in calo rispetto agli anni precedenti, anche sul fronte greco. Si alzano solo in Italia. Poi c’è il caso di Malta.

Che cosa è successo?

Malta il 5 agosto, nell’indifferenza generale, ha fatto un accordo sul contrasto all’immigrazione illegale con Libia e Turchia, da cui si intuisce che La Valletta riconosce la Turchia come la potenza di riferimento in Libia. Entrambi i paesi sosterranno il governo libico di al-Sarraj nel suo sforzo per bloccare l’immigrazione clandestina.

Ci sono altri paesi europei che stanno accogliendo le Ong?

l’Italia resta l’unico Stato che risponde alle richieste di porto sicuro delle Ong. In Italia abbiamo rinunciato ad avere dei confini, e questo resta vero anche se i rappresentanti del governo dichiarano che l’immigrazione clandestina è “inaccettabile”. Su questo punto, l’attuale governo italiano ha perso qualsiasi credibilità.

(Lucio Valentini)