L’emergenza coronavirus negli Stati Uniti assume proporzioni sempre più catastrofiche: sul fronte sanitario (il Paese con più vittime e contagi nel mondo), economico (inflazione e disoccupazione a livelli record) e politico con lo scontro interno tra Trump-Obama ed estero con la sfida-minaccia alla Cina. In tutto questo, montano le proteste contro i diversi lockdown in alcuni Stati federali, specialmente Wisconsin e Oregon dopo il caos generato dallo scontro apertissimo tra giudici e Governatori: un magistrato dell’Oregon negli scorsi giorni ha abolito le restrizioni statali contro il Covid-19 imposte precedentemente dalla Governatrice dem Kate Brown, sostenendo che «non avrebbe ottenuto l’approvazione della Corte Suprema dello Stato necessaria per imporre il lockdown oltre i 28 giorni».



Per questo il giudice Matthew Shirtcliff ha emesso la sentenza in merito ad una causa intentata da 10 differenti religioni dell’Oregon che attaccavano lo Stato per le misure di distanziamento sociali tacciandole di “incostituzionalità” almeno fino alla definitiva pronuncia della Corte Suprema. Ecco che però oggi il “caos” diviene completo con la sentenza della stessa Corte dell’Oregon che sospende la decisione del giudice, dando così ragione alla Governatrice del Partito Democratico. L’iter, oltre a ribaltare quanto deciso solo pochi giorni prima dal giudice Shirtcliff, contrasta con quanto avvenuto in Wisconsin solo la scorsa settimana: la Corte Suprema del Wisconsin ha annullato l’ordine di quarantena a casa, dicendo che i funzionari statali non avevano l’autorità di confinare unilateralmente i residenti nelle case o di impedirgli di lavorare.



CAOS IN OREGON E PROTESTE ANTI-LOCKDOWN IN TUTTI GLI USA

La protesta monta e si aggiunge al coro parallelo di critiche agli stessi anti-lockdown a seguito dei dati elaborati dal Guardian e altri media Usa: «le proteste anti lockdown negli Usa hanno favorito la diffusione del Coronavirus», scrive il quotidiano inglese riportando diversi casi di persone che tra aprile e maggio negli States hanno protestato contro le misure restrittive dei singoli Stati e dello stesso Governo. Attraverso la geolocalizzazione degli smartphone dei manifestanti si è scoperto che molti di loro hanno attraversato il Paese portando il Covid-19 in aree dove prima non era ancora “sbarcato”. Di contro, la ritrosia del Governo Trump a seguire i dettami dell’Oms in merito alla cautela sulla fase 2 sta crescendo sempre di più, esplosa letteralmente nell’attacco diretto contro l’Organizzazione considerata «burattino del Governo di Pechino».



Così stamane il Presidente dalla Casa Bianca scrive al direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus «Se l’Oms non si impegna su sostanziali miglioramenti nei prossimi 30 giorni, renderò definitiva la mia decisione temporanea di sospendere i finanziamenti Usa all’Organizzazione mondiale della sanità e riconsidererò la nostra adesione all’Oms». Una sfida incrociata che vede sul piatto della discussione non solo l’origine del Covid-19 cinese ma anche le regole per normare la fase di convivenza con il coronavirus: un caos che si unisce alle proteste sempre maggiori in patria dei cittadini che non vedono di buon occhio altre settimane in lockdown e restrizioni.