Col dilagare dei casi di Covid-19 in giro per l’Italia, ancora una volta a pagare il prezzo più caro sono gli ospedali e l’intero comparto dei sanitari, che all’aumento a vista d’occhio dei contagi e delle positività che richiedono cure in struttura, non riescono più a rispondere come nei mesi passati. Il timore, fa sapere l’Associazione chirurghi ospedalieri italiani, è quello di avere fatto un nuovo passo indietro tornando ai fasti del 2020, quando negli ospedali di tutti Italia ci fu il caos Covid e la dura scelta di chi curare nel corso dell’emergenza.
“Chi ha un tumore deve aspettare. Non vogliamo essere complici di chi, per negligenza o inadempienza, mette a rischio la vita dei pazienti e dei chirurghi stessi” ha affermato il presidente Marco Scatizzi. Da Nord a Sud è una denuncia continua, con Napoli e Palermo che si sono risvegliate in preda ad una emergenza che non sembrerebbe avere eguali. “Siamo tornati al 2020, non riusciamo a curare tutti” hanno proseguito dall’Associazione chirurghi ospedalieri italiani alla quale il quadro che si sta prospettando davanti non è di conforto.
Caos ospedali: “Tornati al 2020”. Il caos a Napoli e Palermo
Non è di certo un buon momento per la sanità, che con il boom di contagi da Covid-19 fa tremare le strutture. Dal Cotugno di Napoli arriva l’urlo di denuncia: “Il dilagare della variante Omicron ha messo in ginocchio ospedali, ambulatori studi medici e rete dell’emergenza, e ciò che emerge oggi è solo la punta dell’iceberg. Entro una settimana o due al massimo, se non si interviene adesso, rischiamo di vedere a Napoli ciò che purtroppo abbiamo visto in Lombardia due anni fa“. Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei Medici partenopeo, ha ribadito: “Se vogliamo evitare il peggio è bene che si intervenga subito. Vi prego, non metteteci in condizione di dover applicare il codice nero”.
A Palermo è invece emergenza negli ospedali Cervello e Civico. Nelle corse ore ambulanze in fila davanti ai nosocomi hanno “scioperato” e denunciato la situazione, con immagini forti dal capoluogo siciliani per una crisi che sembrerebbe non avere fine. Nelle due strutture, all’esterno, sono stati montati due ospedali da campo con tensostrutture pronte ad accogliere i pazienti. “Speriamo che questo picco duri pochi giorni perché sono situazioni che mettono a dura prova il nostro lavoro, l’intero sistema sanitario locale. Questi numeri me li aspettavo perché risentono del Capodanno, delle feste private e delle riunioni familiari” ha spiegato Tiziana Maniscalchi, responsabile del pronto soccorso Covid dell’ospedale Cervello di Palermo.