Eppure non stava andando così male. A Torino si stavano smaltendo le ultime scorie del caso Gallo, lo scandalo del voto di scambio che ha colpito Salvatore Gallo e affondato la sua corrente, costringendo al ritiro dalle scene il figlio Raffaele, capogruppo dem nel Consiglio del Piemonte che si rinnoverà a giugno, e dove lui non tornerà.
Ma l’appendice politica di questa vicenda, che ha distrutto una corrente che poteva vantare ben tre consiglieri comunali a Torino, rischia di essere ben più grave. Perché se le paginate sulle intercettazioni di Gallo e sodali si vanno diradando, i quotidiani si stanno riempiendo delle lotte intestine del Pd locale.
Per questo da più parti, compreso dalla candidata alle regionali Gianna Pentenero, si è chiesto l’aiuto di Roma. Innanzitutto per una questione puramente tecnica: a chi doveva andare il posto di Raffaele Gallo nelle liste Pd a Torino, dove il partito spera di eleggere 5 consiglieri regionali? La scelta è caduta su Mauro Salizzoni, mago dei trapianti e consigliere uscente recordman di preferenze, visto che ne aveva totalizzate 16mila nella scorsa tornata. È servita una telefonata di Elly Schlein per convincerlo a tornare in pista dopo la sua esclusione dalle liste per le regionali in base a un patto tra le varie “anime” del partito, felici di potersi spartire il posto lasciato libero dal chirurgo. Lo stesso patto che aveva portato alla candidatura di Gianna Pentenero alle regionali e al ritiro dei due contendenti: Chiara Gribaudo, vicepresidente del Pd di area Schlein, e Daniele Valle, consigliere piemontese uscente bonacciniano.
Ora però siamo di nuovo ai ferri corti, e il rientro in pista di Salizzoni c’entra fino a un certo punto. Gribaudo infatti ha cavalcato la vicenda Gallo per lanciare un’iniziativa dal titolo esplicito: “Liberiamo il Pd”, prevista per lunedì 22 aprile. La frontwoman dell’ala schleiniana piemontese ha però registrato la freddezza di molti, anche nella sua “area politica”, di fronte a un’iniziativa che rischia di fare da cassa di risonanza all’inchiesta che ha travolto il Pd locale.
Il problema è che i bonacciniani sono insorti: ieri è arrivata la dura risposta di Valle, che ha bollato l’evento di Gribaudo come “iniziativa di corrente per combattere le correnti”. Lo ha fatto a margine di un suo evento elettorale da semplice consigliere, che però ha visto la partecipazione dei pesi massimi tra i bonacciniani piemontesi, come il sindaco di Torino Stefano Lo Russo e il deputato Mauro Laus. C’era anche la schleniana Chiara Foglietta, che fa l’assessora alla Viabilità a Torino e potrebbe giocare il ruolo di chi media tra le due componenti del partito, ormai ben oltre i ferri corti.
Perché Gribaudo al momento non ha alcuna intenzione di far saltare il suo evento dedicato a “costruire un futuro diverso per questo Piemonte”. “Vogliamo davvero riformare il Pd e la partecipazione politica”, ha replicato a Valle. In tutto questo, a farne le spese è più che altro la candidata alle regionali Gianna Pentenero. Che non ha altra scelta che rivolgersi a Roma per evitare che a Torino volino gli stracci. Per adesso ha chiesto un codice etico per i candidati alle regionali, che sarà presentato in una grande iniziativa di coalizione il 27 aprile. Il problema è in che condizioni ci si arriverà. Perché prima del 27 c’è il 22, e l’evento per ripulire il partito voluto da Gribaudo rischia soltanto di risolversi nell’ennesimo regolamento di conti. È in questa luce che va letto l’appello di Pentenero a Schlein: “Vorrei che venisse presto a Torino”, ha detto qualche giorno fa. Ma, almeno per ora, il Nazareno latita.
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