Clima di altissima tensione in casa Pd dopo l’audio di Matteo Renzi in cui attacca Paolo Gentiloni, reo di provare a fare saltare l’accordo con il Movimento 5 Stelle per una nuova maggioranza parlamentare. Il senatore del Rignano ha messo nel mirino anche il segretario Nicola Zingaretti, che pochi minuti fa ha preso posizione sul caso in una nota: «Non è mai esistita nessuna manovra del Presidente Gentiloni per far fallire l’ipotesi di un nuovo Governo e sostenerlo è ridicolo e offensivo. Siamo nel pieno di consultazioni delicatissime e stiamo lavorando tutti insieme per raggiungere un obiettivo difficile: quello di dare vita a un Governo di Svolta per cambiare l’Italia». Il presidente della Regione Lazio rinnova l’invito all’unità in casa dem, un appello alla responsabilità in una fase così delicata: «Fondamentale per raggiungere questo obiettivo è fermare questo continuo proliferare di comunicati, battute, interviste che, questi sì, mettono tutto a rischio e logorano la nostra credibilità». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
POLVERIERA PD, RENZI VS GENTILONI: “PROVA A FARE SALTARE ACCORDO CON M5S”
Quei 3 punti “aggiuntivi” presentati ieri dalla delegazione del Pd al Quirinale per le consultazioni diventano un caso sempre più “enorme” nel giorno in cui Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si troveranno per il primo tavolo di trattative per formare un nuovo Governo ani-Lega e disinnescante le Elezioni anticipate. Un audio di Renzi alla sua scuola politica attacca Gentiloni (e di fatto anche Zingaretti) e minaccia di una scissione qualora ci fossero elezioni anticipate in autunno; proviamo ora a dispiegare la complicata matassa che il Pd si è “autocreato” in queste ultime 48 convulse ore che comunque stanno portando ad una difficile ma in decollo trattativa con in 5Stelle. Dopo le dimissioni di Conte la Direzione nazionale del Pd vota all’unanimità la “proposta” di Renzi di dialogare con il M5s per evitare di andare subito alle urne, con una relazione presentata dal Segretario Zingaretti che pone sul tavolo 5 punti di “trattativa” sui quali iniziare il dialogo. Il giorno dopo (cioè ieri) le consultazioni al Quirinale vedono la delegazione dem composta Zingaretti, Gentiloni, De Micheli, Marcucci e Delrio; ebbene, al termine senza che nessuno gli abbia enunciato chiaramente, esce una “velina” in cui si affermano ulteriori 3 punti che sarebbero stati posti come garanzia della trattativa e qui parte il vero caos. Abolizione totale dei due decreti sicurezza; accordo di massima – prima della formazione del governo – sulle misure della manovra economica; no alla legge della riforma sul taglio dei parlamentari per come è stata scritta e votata fino a oggi; questi tre punti segreti fanno schizzare in aria i renziani che pensano come in questo modo si tenti di sabotare l’accordo con i 5Stelle, tradendo la fiducia del Partito che aveva votato invece all’unanimità altri 5 punti molto più “flessibili” (confermato poi dal fatto che il primo punto posto da Di Maio nel suo “decalogo per il dialogo” sia proprio la riforma sul taglio dei parlamentari).
CAOS PD, RENZI CONTRO GENTILONI (E ZINGARETTI)
E così arriviamo all’audio “scottante” pubblicato questa mattina dall’Huffington Post: nella scuola di politica l’ex premier Matteo Renzi attacca Repubblica ed Huffpost “colpevoli” di aver riportato quello che lui definisce «uno spin di Paolo Gentiloni». A livello temporale, la scuola politica renziana precede le consultazioni dei M5s al Quirinale ma ovviamente segue quelle del Pd da Mattarella: e così Renzi attacca «Due giornalisti, Goffredo De Marchis di Repubbllica e Alessandro De Angelis, di Huffington post, hanno riportato uno spin, proveniente dal Nazareno, ma in realtà di Paolo Gentiloni. La parte dei cinque stelle contraria alla trattativa, Di Battista, Paragone, allora ha detto “Zingaretti è Giuda”. E quindi i cinque stelle hanno detto andremo alle cinque da Mattarella a dire, mai con il Pd..». Poi in realtà succede tutt’altro, con Di Maio che non chiude la porta ai dem anzi piazza 10 punti piuttosto “articolati” ma comunque passibili di un accordo. Intanto però nel Pd il caos è presto che scoppiato.
PD, SCISSIONE O GOVERNO?
Secondo Matteo Renzi, Gentiloni durante il dialogo con Mattarella sarebbe rimasto in silenzio ma poi avrebbe comunicato ai giornalisti puntando le tre condizioni non negoziabili del Pd al M5s, poi divenute pubbliche proprio per quella “velina”. «Il modo con il quale lo spin è stato passato – dice ancora Renzi nell’audio – è finalizzato a far saltare tutto. E qui una bellissima lezione di politica: Gentiloni c’era al Colle, ma non ha detto nulla, non ha detto nella sede ufficiale quello che pensava, ed era del tutto legittimo che lo facesse come membro della delegazione, più discutibile che lo facesse nel momento in cui parla il segretario. Ma lo ha detto a due giornali». Ed ecco la stoccata finale di un Renzi irato contro la Segreteria di Zingaretti oltre che il suo ex avversario quando era Matteo Segretario e Paolo Gentiloni premier dell’ultimo Governo dem: «Ove vi fosse la rottura nel Pd sarà il caos – dice Renzi-. Se uno, contravvenendo alle regole interne, con uno spin fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni…». A conclusione di ciò, questa mattina l’Huffington Post pubblica l’intero audio sollevano per la seconda volta in 2 giorni il caos interno nel Pd che ora si affaccia tutt’altro che unito nella più difficile trattativa politica da fare, sia per i tempi (solo 4 giorni come imposto da Mattarella) sia per i contenuti, ovvero scendere a patti con chi si sono insultati per anni senza esclusioni di colpi.