ADDIO PRIMARIE PD PER REGIONALI LOMBARDIA?

Dopo 5 anni di promesse e impegni per arrivare “pronti” all’appuntamento delle Elezioni Regionali Lombardia 2023 per battere il Centrodestra, il Pd si ritrova a pochi mesi dal voto non solo senza un candidato ancora, ma con il tramonto ormai quasi certo delle Primarie di coalizione. Con il Terzo Polo che punta su Letizia Moratti e invita i dem a convergere, con il M5s che vuole anch’esso dettare le condizioni al Partito Democratico per strappare un’alleanza alle Regionali, lo stallo è ormai massimo: da ultimo, è fumata grigissima quella che proviene dall’ultima direzione regionale lombarda tenutasi ieri. i



In quella sede infatti, il Pd regionale ha preso atto «delle indicazioni emerse nella riunione di coalizione di venerdì scorso», specie quelle relative al sostanziale no’ alle primarie espresso da quasi tutti gli altri partiti, e «ha rimandato – si legge nella nota – all’assemblea regionale, come previsto dallo statuto, la discussione e il voto sull’esito del percorso di confronto con le altre forze politiche per il raggiungimento di un accordo sulla composizione della coalizione, sulla piattaforma programmatica e sulla candidatura». La direzione dem ha definito il percorso verso la conferenza programmatica del 3 dicembre dove possa essere instradato il percorso diretto in vista delle Elezioni Regionali della primavera 2023. Tradotto tutto dal politichese, all’interno del Pd lombardo il segretario regionale Vinicio Peluffo intendeva con il voto di ieri in Direzione bypassare le primarie puntano direttamente ad un candidato “forte” come l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino, ma non ha trovato pieno appoggio; così come l’idea opposta, puntare a primarie con candidato già espresso Pierfrancesco Maran, non ha raggiunto la maggioranza. E allora si decide (per il momento) di non decidere, rimandando a inizio dicembre il nodo da sciogliere.



CAOS CANDIDATI PD IN LOMBARDIA: MARAN, MAJORINO E…

Per il momento dunque i tanti candidati “potenziali” alle Elezioni Regionali in Lombardia non hanno convinto la base e iniziano a far “rumore” negli ambienti regionali del Partito Democratico per la mancanza di nomi e idee davanti alle candidature già presenti di Attilio Fontana (Centrodestra) e Letizia Moratti (Terzo Polo). Dopo i no secchi di Carlo Cottarelli, Emilio Del Bono (Sindaco di Brescia), Giuseppe Sala (Sindaco di Milano), l’ex sindaco Giuliano Pisapia, la “rosa” del totonomi che circola vede in pole position sempre i ‘due Pierfrancesco’ passati dalla giunta di Milano, Maran e Majorino. Secondo l’ANSA restano della partita anche vicesegretaria Pd Irene Tinagli, il presidente di Anci Lombardia e sindaco di Tremezzina Mauro Guerra, il capogruppo al Pirellone Fabio Pizzul e l’ex sindaca di Crema Stefania Bonaldi. L’area più sinistra nel Pd vorrebbe però Majorino in quanto in grado di rappresentare una convergenza con il M5s, anche se nulla ancora è stabilito né ufficiale.



«Sapevamo da cinque anni che in Lombardia si sarebbe votato, eppure siamo finiti in una situazione di stallo, quando invece il PD doveva avere protagonismo e costruire un percorso aperto alla coalizione. A 90 giorni dalle elezioni, M5S e Terzo Polo non si sono resi disponibili se non a condizioni che, per noi, sono molto discutibili», lamenta allarmato Pietro Bussolati, consigliere regionale Dem in Regione Lombardia. Come spiega nella lunga nota sulle Regionali 2023, «mi aspettavo che il ricorso alle primarie, uno strumento straordinario di democrazia, mobilitazione e partecipazione, venisse accolto con entusiasmo. Ad oggi, invece, agitando i comunicati di una parte di coalizione che non vuole le primarie, si rinuncia al ruolo di guida che il PD dovrebbe avere e si chiede a rappresentanti di coalizione di scegliere». Il tempo scorre, la situazione nazionale di un Congresso ancora lontano non aiuta, ma il Pd in Lombardia deve al più presto scegliere quale squadra puntare per provare a battere il Centrodestra lombardo invincibile dal 1994 in poi.