SCONTRO PD: SCHLEIN ‘SILURA’ PIERO DE LUCA, IRA DEL GOVERNATORE CAMPANIA. COSA È SUCCESSO

Che non fosse un periodo particolarmente “florido” per il Pd di Elly Schlein lo si era già capito dopo i risultati delle Amministrative e nella gestione comunicativa durante l’alluvione in Emilia Romagna: quanto avvenuto però nelle ultime ore alla Camera rischia di avere ripercussioni molto pesanti tanto sul fronte locale – leggasi Campania di Vincenzo De Luca – quanto sulle dinamiche parlamentari. Nasce tutto (o quantomeno, emerge tutto) dal “siluramento” di Piero De Luca, riformista dem e figlio del Governatore campano, da vice capogruppo alla Camera a “semplice” segretario del gruppo.



Dire che la scelta di Elly Schlein non sia stata gradita dalla “famiglia De Luca” è usare un eufemismo: «Nell’augurare buon lavoro al nuovo ufficio di presidenza, non posso non rilevare che la vicenda del Gruppo parlamentare ha assunto in queste settimane un significato politico-simbolico ben superiore ai destini dei singoli, per cui credo doveroso esprimere una riflessione. È chiaro a tutti che le logiche che hanno prevalso in questa vicenda, per quanto mi riguarda, non sono state fondate né su dinamiche politiche, né sulle competenze, né sul contributo al lavoro parlamentare, ma risentono di scorie ancora non smaltite delle ultime primarie. Si è consumata una sorta di vendetta trasversale che non fa onore», spiega Piero De Luca alla “Repubblica”. Ancora più velenoso, da copione, il Presidente di Regione Campania che “usma” aria di mancato appoggio del Pd alla terza candidatura consecutiva alle prossime Elezioni Regionali: «Schlein? «In questa stanza sono vietate le brutte parole. In politica, come nella vita, non c’è nulla di più volgare dei radical-chic senza chic». Piero De Luca su Facebook aggiunge poi che un grande partito come il Pd «deve rilanciarsi parlando di temi, di contenuti, di idee, di progetti, anche di sogni per il futuro del Paese – conclude – Debba in sostanza parlare di qualcosa, non lavorare contro qualcuno; debba impegnarsi per aggregare e costruire, non disgregare o distruggere e debba farlo possibilmente con una linea politica chiara, non ambigua o equivoca, sulle grandi questioni di attualità. Ma forse ad alcuni di rafforzare il partito interessa davvero poco».



PD NOMINA VICECAPOGRUPPO CAMERA CIANI, CONTRO INVIO ARMI IN UCRAINA: “NON È IL MIO PARTITO”

Ma la polemica non resta mica solo sull’asse De Luca-Schlein in quanto l’eletto vice capogruppo alla Camera al posto di Piero De Luca è tal Paolo Ciani, leader di Demos ed eletto a Montecitorio con i voti del Partito Democratico. Già un vice capogruppo del Pd non iscritto al partito è una notizia, ma non è certo l’unica: in primis, a domanda diretta di “La Repubblica” Ciani ammette di non volersi iscrivere ai Dem, «Al contrario dei colleghi di Articolo 1 non mi iscriverò al Pd. Vice capogruppo? Me l’ha proposto la presidente Chiara Braga qualche giorno fa, in modo riservato. Mi sono preso un po’ di tempo per condividere la decisione con i miei amici di Demos». Per finire, ma non meno importante, Ciani è uno dei pochissimi tra le file “dem” a non aver votato l’ultimo invio di armi all’Ucraina, tema per la quale Schlein già vive da settimane una forte critica interna per essere rimasta su posizioni “ambigue” e non chiarissime sul tema.



Ciani è contrario all’utero in affitto (a differenza di Schlein, ma ben più vicino al resto del Pd) ma, appunto, è contrario all’invio di armi a Kiev: «Sono contrario all’invio di armi, anche il Pd ora può cambiare linea», ha detto a “Repubblica” il neo-vice capogruppo dem. Inutile dire che il Pd si sia spaccato ancora di più dopo la convulsa giornata di oggi: per l’europarlamentare dem Pina Picierno (area Bonaccini), quanto avvenuto in Parlamento non è affatto un buon segnale, «Paolo Ciani diventa vicecapogruppo del gruppo del Pd, dichiara di non volersi iscrivere al nostro partito ma di volerne cambiare la linea su Ucraina. Grande confusione sotto il cielo. Una cosa però mi pare importante ribadirla: il sostegno del Pd alla resistenza Ucraina non cambia e non cambierà». L’ex Ministro e deputato Enzo Amendola si è astenuto in fase di voto mentre forti critiche arrivano anche dalla ex Ministra Marianna Madia: «un’operazione punitiva» contro Piero De Luca. «La linea del Pd è ben chiara, non c’è bisogno che aggiunga qualcosa io», ha detto questo pomeriggio la segretaria dem nella domanda a caldo sulla polemica del giorno Ciani-De Luca. In più, chiosa Schlein, «Ho visto che già Ciani ha chiarito le sue affermazioni, che ha fatto a titolo del suo partito, che è Demos, che non è il PD. Con Demos abbiamo condiviso l’esperienza delle elezioni. Sull’Ucraina la linea del PD è ben chiara».